Festival dell’economia, un «esperimento di apprendimento collettivo»

Grande partecipazione ai 4 giorni di incontri con un focus importante sulle Intelligenze Artificiali

 

La terza edizione del Festival internazionale dell’economia a Torino si è conclusa con un concerto gratuito per la Festa della Repubblica al Teatro Regio, gremito di cittadini e di cittadine, una platea che si è alzata in piedi sulle note dell’Inno nazionale alla vigilia delle elezioni europee, un invito cioè a prendere sul serio la partecipazione democratica.

Il Festival ha ricevuto il riconoscimento dalla campagna europea ‘No women no panel’, promossa da Rai per la Sostenibilità. La presenza numerosa di speakers donne, ma anche i temi del genere declinati in interconnessione con le disuguaglianze sociali, i divari territoriali, le disparità di accesso alla conoscenza, al lavoro, alla salute e all’istruzione – per fare solo alcuni esempi – hanno generato apertura e disponibilità al confronto che ha migliorato anche la qualità del dibattito con domande dal pubblico. 

 

Tutto ciò ha consentito un’ampia partecipazione a quello che è un “esperimento di apprendimento collettivo”, come spesso lo definisce il direttore scientifico Tito Boeri. Sono stati quattro giorni intensi ed entusiasmanti in cui è stato possibile immergersi in argomenti interdisciplinari per riflettere criticamente sui problemi del nostro tempo. “È una bella sfida”, ha dichiarato Giuseppe Laterza, che ne ha sottolineato il valore “che nasce dalla contaminazione tra la ricerca e una condivisione accessibile a tutti.

La conoscenza condivisa resta il fondamento di ogni democrazia”. Insomma, è stata una “festa del sapere”, come ha titolato La Stampa (3 giugno 2024). E tante sono state le sorprese, andando da una lezione all’altra: ci si incontra, si socializza, ci si abbraccia, si compra un libro, si legge il libro in coda, si commenta, ci si interroga sul futuro collettivamente.

 

Iniziato al Teatro Carignano con la sorpresa della piattaforma Chat GPT interrogata su regolamentazione e innovazione tecnologica responsabile ed etica, il Festival è proseguito con il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni in dialogo con Andrea Malaguti sulle sfide che attendono l’Europa nei prossimi anni, tra declino demografico, tensioni geopolitiche, transizione economica e digitale. L’UE ha varato la prima legge che regola l’Intelligenza Artificiale (IA), ma è importante non enfatizzare solo i rischi bensì guardare anche alle opportunità, cosa che in Italia è difficile fare.

 

Perché? ad esempio, nella UE siamo il Paese con il numero più basso di laureati – maschi e femmine – e il tema del divario di genere unito alla povertà educativa, nei diversi livelli di età, è stato affrontato anche in altri panel con autorevoli relatrici (ad esempio Chiara Saraceno, Maria Laura Di Tommaso, Ilaria Capua, Francesca Trivellato), che hanno tutte sottolineato l’importanza dell’apprendimento permanente, ma anche il ruolo della qualità dell’informazione e della conoscenza per contrastare le fake-news. E il governatore emerito della banca d’Italia Ignazio Visco, intervenuto con Giorgio Zanchini, ha evidenziato come una delle grandi distanze tra noi e gli altri Paesi europei sia nell’investimento in ricerca e innovazione, sia pubblica che privata.

 

Impossibile raccontare le circa 120 lezioni sul tema “Chi possiede la conoscenza” con un focus sulle IA al plurale, tra cui il cosiddetto machine learning, che sta già avendo un effetto su diverse professioni quali ad esempio il settore delle traduzioni che però se ne avvantaggia in quanto riesce ancora ad effettuare controlli umani sul testo tradotto, dimostrando con questo piccolo esempio quanto sia importante il tema della regolamentazione che non deve però soffocare la ricerca e la sperimentazione.

 

Dal Festival esce cioè un messaggio positivo che tiene conto di diversi aspetti, non solo economici ma anche storici, sociali e culturali, anche in riferimento a ciò che può fare la cittadinanza attiva. Francesca Lagioia ha spiegato bene come l’IA possa trasformarsi in una forza al servizio della società civile, in grado di opporsi a quelle spinte economiche e politiche che concentrano potere, opportunità e ricchezza nelle mani di pochi e contrastare nuovi rischi come sorveglianza, disoccupazione, diseguaglianza, ed esclusione sociale. Si pensi, ad esempio, ai sistemi di riconoscimento facciale, settati su persone con la pelle bianca e al margine di errore che ciò comporta.

 

Infine, Andrea Prat ha spiegato a un pubblico attento come l’analisi dei fenomeni di disinformazione e di informazione distorta possa portare maggiore consapevolezza del ruolo che i media hanno in questo processo. Infatti, le fake-news o voci false e verosimili si diffondono molto più velocemente delle buone notizie, verificate e attendibili, e questo crea un ambiente informativo inquinato che contribuisce ad alimentare il populismo, in entrambi gli schieramenti di destra e di sinistra, con complottismi e credenze parallele che, a dir la verità, ci sono sempre stati: si pensi alle leggende metropolitane e ai pettegolezzi.

La differenza? È che adesso con la povertà educativa e la pervasività dei social media la velocità di propagazione è molto maggiore. Il Festival ha dimostrato così la passione per la conoscenza e la partecipazione civile. E si continua nel 2025!

 

Molti eventi sono stati registrati e si possono rivedere su: www.festivalinternazionaledelleconomia.com