Pakistan. Crescono le minacce contro le minoranze religiose

Appello alla comunità internazionale dopo la morte di un cristiano causata dalle ferite riportate dopo essere stato picchiato da una folla per presunta blasfemia

 

Il 25 maggio scorso Nazir Gill Masih, settant’anni, è stato aggredito nella colonia Mujahid, a Sargodha, da una folla che lo accusava di blasfemia.

L’organizzazione Aid to the Church in Need (ACN) ha affermato che le accuse contro Masih sono “dubbie” e che le minoranze religiose in Pakistan sono «sotto crescente minaccia a causa del flagrante abuso delle famigerate leggi sulla blasfemia del Paese».

 

Un vescovo cattolico ha riferito ad ACS che, a meno che la legge non venga modificata per rendere reato le false accuse di blasfemia, i cristiani e le altre minoranze non si sentiranno mai al sicuro in Pakistan. Mons. Samson Shukardin, presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, ha esortato le autorità ad agire per impedire che false accuse e folle violente terrorizzino le vittime, le loro famiglie e i vicini.

«È molto importante che venga introdotta una legislazione in base alla quale coloro che hanno accusato ingiustamente persone di blasfemia ricevano condanne, comprese pene detentive», ha affermato.

 

La blasfemia in Pakistan prevede la pena massima dell’ergastolo o della condanna a morte, ma i cristiani e altri gruppi per i diritti umani hanno denunciato che le leggi vengono spesso violate.

Le condanne a morte per blasfemia vengono tradizionalmente annullate dai tribunali, ma il processo di appello spesso dura anni, durante i quali l’accusato è costretto a rimanere dietro le sbarre. Anche dopo essere stati rilasciati, rischiano di essere aggrediti e addirittura uccisi dagli estremisti.

 

Nasir Saeed, direttore di CLAAS-UK, che fornisce assistenza legale gratuita ai cristiani pakistani accusati di false accuse di blasfemia, si è detto “profondamente rattristato” dalla morte di Masih.

«Questo atto barbaro evidenzia le gravi conseguenze dell’abuso delle leggi sulla blasfemia nel nostro Paese e serve a ricordare l’urgente necessità di riforma delle leggi sulla blasfemia del Pakistan», ha affermato.

 

«Come attivista per i diritti umani, sono profondamente addolorato per questa insensata perdita di vite umane e per la violenza che l’ha preceduta. Il governo pakistano deve intraprendere azioni immediate e decisive per prevenire simili tragedie in futuro».

Ha aggiunto: «La morte di Nazir Masih è una tragedia che non sarebbe mai dovuta accadere. È ora responsabilità del governo pakistano, con il sostegno della comunità internazionale, garantire che la sua morte non sia vana».