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Svizzera. Le chiese riformate lanciano un studio sugli abusi

Dopo lo shock dei dati sulle violenze nelle chiese tedesche, la Chiesa evangelica riformata Svizzera tentano la via del sondaggio telefonico per rilevare casi al proprio interno. Una soluzione che non pare di grande efficacia

 

Alla fine di gennaio è stato pubblicato lo studio del Forum sugli abusi nella Chiesa evangelica in Germania (Ekd). I risultati di tale analisi dimostrano la dimensione sistemica dell’abuso sessuale e spirituale all’interno dell’Ekd.

 

Di fronte a questi risultati, la Chiesa evangelica riformata della Svizzera (Cers) e le sue chiese membro si sono poste diverse domande: in che misura lo studio può essere trasposto nel contesto svizzero? Quali sfide ecclesiali e teologiche pongono i risultati? Quali questioni aperte potrebbero essere chiarite da uno studio condotto in Svizzera? Quali lezioni è possibile imparare dallo studio dell’Ekd  per rendere le Chiese uno “spazio sicuro”?

 

In vista del sinodo annuale che si terrà dal 9 all’11 giugno a Neuchâtel è stato organizzata per lunedì 27 maggio una intera giornata di studio sul tema delle violenze e degli abusi nelle istituzioni ecclesiastiche.

 

Il convegno organizzato dal gruppo “Donne e genere” della Cers si è interrogato sull’importanza di questi risultati per la Svizzera. Questi dimostrano in particolare la dimensione sistemica dell’abuso sessuale e spirituale all’interno della Chiesa tedesca.

 

Nel suo intervento Sabine Scheuter, pastora nella Chiesa riformata di Zurigo ed esperta di questioni di genere, ha spiegato i risultati dello studio in Germania e le sfide che la Cers e alle sue chiese membro a livello teologico e istituzionale dovranno affrontare nel tentativo di un’analisi della situazione nelle comunità elvetiche.

 

Marie-Claude Ischer, già presidente della commissione di inchiesta che indagò sul delicato caso di abusi dell’allora presidente della Chiesa riformata svizzera Gottfried Locher, ha affrontato il tema dell’onnipotenza nelle chiese e dei meccanismi che favoriscono l’abuso di potere.

 

Infine, Anna Rosenwasser, scrittrice esperta in tematiche di genere ha contestualizzato il tema dell’abuso all’interno della nostra società attuale.

 

Durante il sinodo di giugno dovranno poi essere prese decisioni importanti. Ben tre progetti sono oggetto di particolare attenzione.

 

Il Consiglio della Chiesa riformata svizzera propone al Sinodo di realizzare uno studio sugli abusi sessuali. Lo studio, della durata di tre anni, che il Consiglio intende affidare all’Università di Lucerna, consisterà nello svolgimento sia di un sondaggio rappresentativo della popolazione generale sia di uno studio partecipativo. Il mandato di questo studio comprende tre obiettivi:

Da un lato, un sondaggio telefonico rappresentativo su 20.000 persone della popolazione svizzera dovrebbe aiutare a offrire la possibilità di presentare stime attendibili sull’entità degli abusi sessuali commessi nell’ambiente ecclesiale e di confrontarle con altri ambiti della Compagnia.

Sarà necessario identificare la forma e l’intensità degli atti, gli autori e le circostanze specifiche in cui si verificano gli abusi sessuali nelle Chiese, nonché le conseguenze per le persone interessate.

Inoltre, tutti gli interessati che lo desiderano potranno riportare le proprie esperienze ed esprimersi sui temi sopra menzionati garantendo il proprio anonimato nell’ambito di uno studio partecipativo non rappresentativo.

 

Questo approccio mira a rivelare fatti e casi ancora sconosciuti, non documentati in nessun fascicolo fino ad ora. I risultati dello studio dovrebbero essere utili non solo per le chiese, ma per la società nel suo insieme, al fine di identificare i rischi, prevenire il più possibile gli abusi e sostenere adeguatamente le persone colpite.

 

«Abbiamo bisogno di questo studio per poter identificare e prevenire gli abusi sessuali nella Chiesa e nella società. L’argomento è molto importante e non dovrebbe più essere un tabù. Insieme, abbiamo il dovere di agire adesso. Lo dobbiamo alle persone colpite e a tutti coloro che, di conseguenza, potranno sfuggire alla condizione di vittima» dichiara Rita Famos, presidente della Chiesa evangelica riformata svizzera, sul sito internet della chiesa stessa.

A questo scopo il Consiglio della Cers richiede un budget di 1,6 milioni di franchi svizzeri.

 

La differenza con la Chiesa cattolica svizzera, che aveva aperto i suoi archivi, appare quindi netta. Si sceglie una via nuova, quella di un sondaggio anonimo. Basandosi su un numero di persone scelte con criteri di rappresentatività dell’intera popolazione, basterà un sondaggio del genere per far luce su questa spinosa questione? 

 

E quanto si chiede il giornale Réformés, cercando di fare chiarezza con Pierre-Philippe Blaser, vicepresidente del Consiglio della Cers: «Negli archivi delle Chiese riformate della Svizzera, che sarebbe stato molto difficile reperire a causa del nostro funzionamento federalista, avremmo forse trovato degli elementi riassuntivi sui casi di abusi, sulle decisioni prese per darvi seguito, ma ciò non sarebbe andato abbastanza lontano. Attraverso un sondaggio rappresentativo è possibile comprendere le costellazioni che rendono possibili gli abusi nei nostri ambienti ecclesiali riformati. Questo metodo potrebbe rivelare casi precedentemente sconosciuti e consentire di valutarne l’entità».

 

Il sondaggio telefonico riguarderà dunque chiunque, anche i non riformati. Sono già vari i dubbi avanzati sull’efficacia di un simile metodo di analisi. Seguiremo gli sviluppi.