Costruire la volontà di Dio in noi e attorno a noi
Un giorno una parola – commento a Romani 12, 1
Con Dio faremo prodigi
Salmo 60, 12
Vi esorto dunque, fratelli e sorelle, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale
Romani 12, 1
«Vi esorto»: così inizia l’apostolo Paolo. Lui non dà degli ordini e non emana dei nuovi comandamenti perché il suo discorso non si basa sulla minaccia dell’ira di un dio vendicativo che vuole sottomettere l’umanità con la paura del castigo. Scrive Calvino nel suo Commento alla Lettera ai Romani: «San Paolo, al fine di farci aderire a Dio, non attraverso un timore servile, ma attraverso un amore di giustizia franco, volontario e allegro, ci attira attraverso la dolcezza della grazia, nella quale consiste la nostra salvezza».
Nella sua esortazione, Paolo prende dunque lo spunto dalla «misericordia di Dio» il quale ha amato la sua creatura, fino a donare il proprio figlio per la salvezza di ogni persona. È l’amore di Dio che ci spinge in ogni cosa. Quella di Paolo è, come abbiamo detto, un’esortazione; ma ciò non significa che sia meno pressante o vincolante di un comandamento. L’amore di Cristo, infatti, quando entra dentro di noi diventa un motore potente che spinge le nostre vite a costruire la volontà di Dio in noi e attorno a noi.
In questa dimensione possiamo comprendere il discorso successivo, l’invito a offrire noi stessi, i nostri corpi, in «sacrificio vivente». Sembra un controsenso, perché nella religiosità antica, gli animali venivano sacrificati proprio per non offrire se stessi, in quanto l’animale prendeva davanti a Dio il posto del peccatore. Ma su questo Paolo insiste: siamo noi ad essere in gioco, è tutta la nostra vita, e non soltanto uno spicchio o una porzione, che appartiene al Signore. E dunque a Lui dobbiamo restituirla nella sua interezza, servendolo presso i nostri fratelli e sorelle. Amen.