Il Signore ci vuole liberi e libere
Un giorno una parola – commento a Salmo 111, 9
Egli ha mandato a liberare il suo popolo, ha stabilito il suo patto per sempre
Salmo 111, 9
Gesù Cristo è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo
I Giovanni 2, 2
Il Signore, nella sua essenza divina, non può non essere libero. In questa sovrana libertà ci ha creati a sua immagine e, nonostante tutti i nostri limiti ci vuole liberi, libere. Innanzitutto, liberi di poter stare alla sua presenza e, per realizzare ciò, non ha esitato a mandare suo Figlio per affrancare il suo popolo.
Il Signore ci vuole liberi, non solo liberi dal peccato, ma anche liberi dalle nostre paure, quelle paure che ci tengono in un perenne stato di inquietudine ed incertezza.
Il Signore ci vuole liberi per essere testimoni attendibili del Regno che viene; per essere annunciatori di una nuova realtà ridisegnata alla luce del suo infinito amore.
Questa amorevole e immutabile volontà di Dio è attestata dalla Scritture, che testimoniano le innumerevoli volte in cui Egli è intervenuto per liberare i suoi, da Ismaele a Giuseppe, da Daniele a Simon Pietro ed in ultimo, ma non ultimo, per sciogliere i legami della morte del suo amatissimo Figliolo, fattosi carne proprio per liberarci, per liberare il suo popolo.
Lo Spirito effuso a Pentecoste ancora ci conferma che quella è stata la più grande delle liberazioni: la risurrezione è un evento che ci ha elevati al rango di figli e figlie di Dio: «(Il Padre) ci ha risuscitati con Lui e con Lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo Gesù» (Ef. 2, 6).
Il nostro Signore è il fedele Dio della vita e della liberazione, è Lui che ci ha liberati “dalla legge del peccato e della morte” (v. Rm 8, 2). Amen.