Brigata ebraica. Un libro che fa chiarezza

Lo studio di Stefano Scaletta, frutto di anni di ricerche, permette un passo in avanti nella valutazione storica

 

«Vi furono uomini liberi che sbarcarono nell’Italia occupata e versarono il loro sangue anche per la nostra libertà. A questi caduti, provenienti da nazioni lontane, rivolgiamo un pensiero riconoscente. Il loro sangue è quello dei nostri fratelli. Tra questi non possiamo dimenticare i cinquemila volontari della Brigata ebraica, italiani e non, giunti dalla Palestina per combattere con il loro vessillo in Toscana e in Emilia-Romagna».

 

Era il 2017 e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella tenne a ricordare al paese il ruolo della Brigata Ebraica. Circa 5.000 i volontari, partiti dall’allora Palestina mandataria (il futuro stato di Israele) e da altri territori sotto il mandato britannico, per combattere in Europa contro il nazifascismo. Il loro contributo fu importante per sfondare la Linea Gotica e per la liberazione di numerose città e località del Centro Italia. Per questo sostegno alla Liberazione, nel 2018 il presidente Mattarella ha conferito alla Brigata ebraica la Medaglia d’oro al valor militare.

 

Poi di brigata ebraica si continua a parlare, spesso e volentieri in modo approssimativo e stereotipato, arrivando a contestare la presenza dei suoi simboli e delle bandiere alle celebrazioni del 25 Aprile. Ma quanto veramente è conosciuta la storia di questo corpo militare, indipendente dell’esercito britannico? Uscito nell’aprile di quest’anno il libro di Stefano Scaletta La brigata ebraica tra guerra e salvataggio dei sopravvissuti alla Shoah (1939-1947), in questi giorni presentato nelle principali città italiane, fa chiarezza su tali lacune e ci fornisce moltissimo materiale di studio e approfondimento.

 

Come sostiene appunto Silvio Zamorani l’editore del volume, «È un libro che ha richiesto molti anni di duro lavoro. Un libro che in questo periodo ha uno nuovo scopo ben preciso. Creare finalmente un terreno di dibattito in cui, partendo da posizioni anche diverse, si può aprire un confronto su dati storici certi e non su sterili slogan». Per ricostruire la storia della Brigata ebraica, l’autore ha analizzato materiale documentario proveniente dagli archivi di quattro paesi: Inghilterra, Israele, Italia e, in forma marginale, Polonia. L’opera è corredata di numerose tabelle, dati, materiale fotografico e testimonianze.

 

La narrazione si svolge durante gli anni del mandato britannico in Palestina (1920-1948) ed è articolata in tre parti. La prima dedicata all’attività dell’agenzia ebraica in Palestina e alle complesse e articolate trattative con i Britannici, tutt’altro che favorevoli alla costituzione di formazioni di volontari ebrei, che peraltro ebbe un suo picco di adesioni nel 1942, quando si paventò dall’Egitto l’attacco alla Palestina da parte dell’asse italo-tedesco. Interessantissima l’attività diplomatica e l’esame delle diversificate posizioni in ambito sia ebraico sia britannico. La seconda parte (1942-1945) riguarda la campagna d’Africa e soprattutto le attività della Brigata ebraica in Italia, nella cui compagine militarono anche 1500 donne. La terza parte è dedicata all’opera di soccorso ai profughi e ai sopravvissuti; si calcola che ne transitassero in certi periodi circa duemila al giorno dal varco di Tarvisio. Primo Levi nel suo libro Se non ora quando ci ha testimoniato del forte impatto emotivo sui sopravvissuti alla vista del simbolo della stella di Davide (Magen David) impresso negli abiti dell’esercito, che aveva contribuito a sconfiggere il nazifascismo.

 

L’aiuto umanitario di questi volontari fu anche fondamentale per la ricostituzione del tessuto comunitario ebraico in Italia, nell’immediato dopoguerra. Con la fine della guerra, le Compagnie vennero smobilitate e i soldati rimpatriati. Personalmente fui molto toccata quando appresi che il grande filosofo Hans Jonas (1903-1993), arrivato dalla Germania a Haifa nel 1935, per quasi sette anni, lontano dalla moglie Lore e dai suoi libri, prestò sevizio nella Brigata ebraica e, dopo aver combattuto in Italia nel 1943, entrò vincitore in Germania nel 1945.

 

* S. Scaletta, La Brigata ebraica tra guerra e salvataggio dei sopravvissuti alla Shoah (1939-1947). Torino, Silvio Zamorani editore, 2024, pp. 250.