No al razzismo

Il segretario generale del Consiglio ecumenico ricorda alle chiese tedesche il ruolo delle azioni antirazziste

 

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Jerry Pillay, in una conferenza tenutasi il 15 maggio in occasione della Conferenza ecumenica delle Chiese evangeliche in Germania, ha ricordato quanto «il ruolo dell’antirazzismo, e la lotta contro la discriminazione nel lavoro, siano oggi dirimenti».

 

Conosciuta con le iniziali tedesche KÖME, la conferenza riunisce i funzionari ecumenici delle 20 Chiese regionali dell’Ekd, nonché i rappresentanti delle missioni protestanti tedesche e delle agenzie di sviluppo.

 

«Immagino che si sarebbe potuto scegliere qualsiasi argomento, ma il fatto che si sia scelto di parlare di antirazzismo la dice lunga sul desiderio di parlare di ciò che conta nel mondo oggi – ha affermato Pillay –. Provengo dal Sud Africa e molti di voi conoscono la storia del mio Paese e la sua lotta per contrastare l’apartheid, ossia quella politica di governo razziale legata al colore della pelle. Anche se la politica dell’apartheid non è più presente nelle azioni e nelle leggi del paese, continua a sopravvivere nei pensieri, nei cuori e nei comportamenti delle persone. Il razzismo è ancora vivo nel mondo».

 

Uno degli atteggiamenti più deprimenti e stimolanti oggi ha a che fare con il panorama economico globale: «le donne e i bambini sono le vittime più vulnerabili di questo quadro economico – sottolineando che si tratta – di una pandemia epistemologica che continua a dare ossigeno alla discriminazione razziale nel nostro mondo. L’ascesa dell’imperialismo e del colonialismo europei è stata sostenuta da un’epistemologia che ha dato il primato alla conoscenza e ai modi di conoscere occidentali. Uno strumento foriero per schiavitù e colonizzazione da rendere accettabili per le società più ampie degli imperi schiavisti e colonizzatori, nonché per le società schiave e colonizzate». Pillay ha concluso: «il razzismo come fenomeno attuale deve interrogare la nostra famiglia, la scuola, la chiesa, l’università, il lavoro e l’ambiente comunitario, perché è ancora necessario capire come il razzismo, la xenofobia e la discriminazione siano talvolta riabilitati dalla politica e visibili nella comune pratica quotidiana».

 

Il Cec da tempo propone alle chiese strumenti e risorse teologiche e bibliche utili per fornire un’adeguata risposta cristiana alla ricerca della giustizia nel mondo.