Sei razzista? Ti licenzio

Germania, scoppia il caso dei dipendenti della Diakonie con simpatie per il partito neonazista: come devono comportarsi le Chiese con i lavoratori che sostengono idee in totale contrasto con il messaggio evangelico?

 

«La concezione violenta e razzista del mondo proposta dall’AfD contraddice la visione cristiana. Se i dipendenti di Diakonie si uniscono all’AfD o addirittura si candidano nelle sue fila, si dovrà avviare un dialogo serio. Se ciò non porta a nulla ci dovranno essere conseguenze. Chi sostiene quel partito dovrebbe lasciare il proprio posto di lavoro».

 

Hanno creato dibattito in Germania le parole del pastore Rüdiger Schuch, che da inizio 2024 è il presidente dell’organizzazione che raggruppa le attività sociali delle chiese evangeliche protestanti tedesche. L’Afd, Alternative für Deutschland, è il partito di estrema destra, euroscettico e antimigranti, il cui peso elettorale è cresciuto rapidamente negli anni, insieme a scandali legati a presunti rapporti con Stati e leader totalitari e ad accuse di coperture e istigazioni di violenze a vario livello.

 

Il clima in Germania, alla vigilia di importantissime elezioni europee, è turbato da una drammatica impennata di attacchi fisici e verbali contro rappresentanti politici e della società civile di ogni appartenenza.

Azioni spaventosamente simili a quanto accadde in Italia nel biennio 1919-21 e nella stessa Germania dieci anni dopo; azioni che aprirono la strada all’affermazione dei due tragici regimi totalitari.

 

Da queste premesse giungono le parole del pastore Schuch per chiedere l’allontanamento dal lavoro di chi manifesti la propria adesione al partito in questione. Dichiarazioni che fanno eco a quelle del presidente dei vescovi cattolici tedeschi Georg Baetzing sull’incompatibilità fra insegnamento cristiano e quanto manifestato dall’AfD. Esternazioni accompagnate dall’eclatante licenziamento dal consiglio di amministrazione della parrocchia cattolica di Neunkirchen, nella diocesi di Treviri, di un noto esponente dello stesso partito, parlamentare regionale della Renania-Palatinato.

 

Un clima di diffuso razzismo che ci viene confermato dalla pastora Dorothee Mack, oggi in servizio nella cittadina di Rüppurr alle porte di Karlsruhe, dopo vent’anni in Italia per le chiese valdesi e metodiste: «Durante un pranzo per ben 160 persone bisognose nella mia comunità una di queste si è piazzata davanti a me prima del termine e mi ha detto che un manifesto nella nostra bacheca (su accoglienza, inclusività e interculturalità nei colori arcobaleno) era una schifezza di sinistra e che andava tolto. Quando gli ho detto che per me queste affermazioni sono semplicemente quello che abbiamo capito del messaggio biblico e che forse Gesù oggi avrebbe usato le stesse parole, ha cominciato a dirmi che tra un anno tutto qui sarebbe cambiato e che una come me doveva stare molto attenta.

 

Io gli ho risposto che non avevo paura e che ora poteva risedersi a tavola per aspettare il dolce. Se fosse successo in un altro contesto, forse avrei avuto paura. Invece l’ho trovato solo assurdo. Mi ha fatto capire che ora chi la pensa come lui osa molto di più esprimere la propria opinione, persino durante un pranzo per persone in difficoltà».

 

La Diakonie è un colosso che impiega oltre 620mila persone, ed ovviamente il diritto del lavoro ha regole ben precise che lasciano poco spazio di manovra.

 

L’articolo 108 del codice penale tedesco prevede che chiunque «illegittimamente costringe o impedisce ad altri di votare o di esercitare il proprio diritto di voto in un certo senso con la forza, con la minaccia di un male grave, con l’abuso di un rapporto di dipendenza professionale o economico o con altra pressione economica» può essere punito con una pena detentiva fino a cinque anni o con una multa.

 

L’avvocato Arnd Diringer dalle colonne del Berlin Zeitung ha affermato che Diakonie, come ogni datore di lavoro, può adottare misure di diritto del lavoro «se i dipendenti violano i loro obblighi contrattuali, ad esempio se un assistente tratta male i disabili a lui affidati».

 

In quanto istituzione ecclesiastica può imporre requisiti severi anche a coloro che dall’esterno vengono percepiti come rappresentanti della Chiesa. Ma aggiunge: «Non è possibile licenziare i dipendenti semplicemente perché non piacciono le loro opinioni politiche. Simili concezioni sono incompatibili con il sistema giuridico e di valori stabilito dalla Legge fondamentale (l’equivalente tedesco della Costituzione italiana), che si riflette nel diritto del lavoro come diritto di protezione dei dipendenti».

 

Le cose cambiano leggermente, tuttavia, quando il datore di lavoro è un’istituzione ecclesiastica, racconta l’agenzia di informazione di Berlino Il Mitte: «Questo tipo di enti hanno infatti un margine di arbitrio maggiore, quando si tratta di decidere in materia di assunzioni e licenziamenti. Esercitare attività apertamente anticlericali, per esempio, non è illegale in Germania e non potrebbe essere causa di licenziamento in un’azienda normale, ma un’istituzione clericale potrebbe, invece, licenziare legalmente un dipendente che si dedicasse a tali attività. Questo può valere anche per i valori di AfD, in particolare in riferimento a temi come l’espulsione di massa degli immigrati dalla Germania o la pretesa di considerare le persone disabili come cittadini di categoria inferiore».

 

Il tema rimane come ci conferma la pastora Mack: «Certamente si sta parlando ovunque di come comportarsi con la AfD. Avevamo, ad esempio, organizzato un incontro dei pastori di Karlsruhe (una trentina) con alcuni dei candidati alle prossime elezioni comunali che si terranno il 9 giugno e il nostro sovraintendete non ha invitato un candidato della AfD. Abbiamo discusso se fosse giusto. Tra i candidati dei vari partiti solo uno (Fdp, Partito liberale) ha rimarcato che bisognava non escluderli. Tutti gli altri hanno detto che è impossibile e non sensata una collaborazione».

 

Nello specifico della compatibilità fra valori razzisti e misogini con il lavoro in una delle migliaia di strutture delle chiese evangeliche Mack ritiene «Giusto dire che chi è membro della AfD non può condividere i valori cristiani vissuti (almeno in teoria) nelle chiese e nella diaconia. In quella direzione si sono espresse praticamente tutte le chiese che hanno anche invitato alla partecipazione alle varie manifestazioni contro la destra estrema». Sempre più persone sembrano non pensarla in questa maniera. Fra loro la parlamentare AfD Beatrix von Storch, protestante, che ha annunciato querela nei confronti del pastore Schuch.