“Io sono il Signore”

Un giorno una parola – commento a Levitico 19, 14

Non maledirai il sordo, e non porrai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore

Levitico 19, 14

 

Gesù dice: «Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro»

Luca 6, 36

Care lettrici, cari lettori, non c’è niente di più estraneo alla Bibbia che un’etica di obblighi imposti come talvolta la percepiamo oggi. Dalle leggi che riguardano i cittadini più fragili, come in questo caso i portatori di disabilità fisica, a quelle che regolano il rapporto con gli animali da lavoro, i campi e l’equilibrio sociale, al Decalogo, tutte hanno un presupposto di partenza: “Io sono il Signore”.

Che senso ha questa affermazione? Significa riconoscere due elementi di realtà. Il primo è che colui che legifera è il Signore, ovvero il Dio che si è mostrato tale attraverso il suo impegno per il popolo, liberandolo dalla schiavitù. Il secondo è che, riconoscendo quello che Dio ha operato, chi crede in lui non può vivere come se niente fosse. “io (sono) il Signore – anochi Adonai” è come dire l’io, la mia identità non è mio possesso ma è del Signore, ha in Dio il suo fondamento.

E questo si manifesta nell’attenzione agli altri, nella compassione per chi è limitato e in pericolo e nella cura per il creato e la giustizia sociale. Chi si riconosce come una persona libera, consapevole del dono di Dio, impiegherà così la propria libertà per promuovere la libertà degli altri e del creato. Amen.