Delitti e pene

Maltrattamenti e torture nel carcere minorile Beccaria di Milano. Una vicenda dolorosa e una brutta pagina per le istituzioni

 

«È una vicenda dolorosa e una brutta pagina per le istituzioni, ma vanno assicurati il controllo della legalità e il rispetto della legge», sono state le prime parole dette dal procuratore di Milano, Marcello Viola, durante la conferenza stampa convocata per annunciare l’operazione che ha portato all’arresto di 13 agenti di Polizia penitenziaria, e alla sospensione di altri 8, per le torture e le violenze inflitte a 12 persone detenute nel carcere minorile Beccaria di Milano.

 

«I reati contestati dalla Procura sono: maltrattamenti, concorso in tortura, e una tentata violenza sessuale nei confronti di un detenuto – è stato detto in conferenza stampa –. I ragazzi venivano ammanettati durante i pestaggi. C’era un ufficio preposto per i pestaggi e nel quale sono accaduti questi fatti».

 

«Avrebbero voluto imporre le loro “regole di civile convivenza nel carcere” – ricorda l’agenzia Ansa – insultando, aggredendo e picchiando con “ferocia” i ragazzi detenuti, costringendoli a vivere in “un clima infernale”, “di paura” e dei quali avrebbero pure “annientato le reazioni” addirittura arrivando a pestarli mentre erano ammanettati e senza vestiti addosso». E prosegue l’Agenzia «Era un “sistema consolidato di violenze reiterate, vessazioni, punizioni corporali, umiliazioni” e spedizioni “punitive”, quello per cui oggi 13 agenti di Polizia penitenziaria, tutti in servizio eccetto uno, sono stati arrestati mentre otto, tra cui l’ex comandante Francesco Ferone, sono stati sospesi dall’incarico. Ad accogliere le richieste di misura cautelare delle pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella, è stata la gip Stefania Donadeo, che ha condiviso la ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori della Squadra Mobile e della stessa Polizia penitenziaria, contestando i reati anche per omissione, tortura, maltrattamenti, lesioni, falso ideologico , in un caso, di tentata violenza sessuale».

 

E proprio una denuncia sulle difficili condizioni del carcere (dedicato proprio all’intellettuale giurista e massimo esponente dell’illuminismo italiano Cesare Beccaria, autore di «Dei delitti e delle pene») si è parlato lo scorso ottobre, e proprio a Torino, l’occasione le consuete giornate del Premio «Roberto Morrione» con l’inchiesta finalista intitolata «Chi li ascolterà» e che in occasione della serata di premiazione ha ricevuto il “Premio Libera”, grazie alla giuria formata da soli giovani, coinvolti dal Premio Morione e da Libera Piemonte.

 

L’inchiesta parte da un fatto: il 7 agosto del 2022, approfittando del cambio turno del personale penitenziario, tre giovani detenuti dell’Istituto Penale Minorile Beccaria di Milano, sorprendono nel sonno il loro compagno di cella e lo sottopongono a reiterate violenze sessuali e torture: abusi perpetratisi per ben due ore senza che nessuno se ne accorgesse. Pochi mesi dopo, il giorno di Natale, sette ragazzi scavalcano la recinzione ed evadono: nel carcere si scatena la rivolta.

 

Il Beccaria non è più un carcere modello come nel passato: lo segnalava già nel 2022 il rapporto «Ragazzi dentro», diffuso dall’associazione Antigone.

 

«Le ristrutturazioni in corso da 16 anni – ricordano invece i due autori dell’inchiesta finalista del Premio Morrione, Selena Frasson e Claudio Rosa – (tutor Pietro Suber) –  hanno determinato la chiusura di un’intera ala dell’istituto, incluso il reparto femminile; le zone restanti sono sovraffollate; manca un direttore stabile; gli educatori sono pochi; i servizi sociali fanno fatica a rispondere ai bisogni dei detenuti in carico.

 

Chi si occupa di giustizia minorile lavorando a fianco dei ragazzi avverte che è necessario rivedere l’intervento educativo e mettere in discussione la logica punitiva. Delle violenze subite e agite parlano i ragazzi che esprimono la loro sofferenza, se solo si è disposti ad ascoltare. È proprio attraverso questi racconti che otteniamo i primi indizi per risalire la filiera della riabilitazione sociale nelle carceri minorili che mostra più di una falla strutturale».

 

L’inchiesta «Chi li ascolterà?» ha vinto il Premio Libera Giovani 2023 ed è stata realizzata  grazie al sostegno dell’associazione Amici di Roberto Morrione (sostenuto attraverso i fondi Otto per mille dll’Unione delle chiese metodiste e valdesi) nell’ambito della dodicesima edizione del Premio Roberto Morrione (che vede il nostro giornale media partner e referente a Torino per le giornate)  per il giornalismo investigativo under 30. Peppe Naselli ha disegnato i fumetti usati nell’inchiesta per raccontare le violenze subite dai minori in carcere.

 

L’inchiesta è disponibile su Rai News:

https://www.rainews.it/video/2023/12/chi-li-ascoltera-inchiesta-finalista-della-dodicesima-edizione-del-premio-morrione-34af8930-972a-4330-a353-8828d1170564.html