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22 aprile. Giornata mondiale della Terra 2024

Il comunicato della Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

 

Pubblichiamo il comunicato della Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) in occasione della Giornata mondiale della Terra 2024. In Italia e nel mondo sono previste moltissime iniziative.

 


L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 22 aprile Giornata internazionale della Madre Terra attraverso una risoluzione adottata nel 2009. La Giornata riconosce la Terra e i suoi ecosistemi come casa comune dell’umanità e la necessità di proteggerla per migliorare i mezzi di sussistenza delle persone, contrastare il cambiamento climatico e fermare il collasso della biodiversità.

 

Il cambiamento climatico , i cambiamenti naturali causati dall’uomo e i crimini che distruggono la biodiversità, come la deforestazione, il cambiamento dell’uso del territorio, l’intensificazione dell’agricoltura e della produzione di bestiame o il crescente commercio illegale di specie selvatiche, possono accelerare la velocità di distruzione del pianeta.

 

Madre Terra sollecita chiaramente un appello all’azione: la necessità di passare a un’economia più sostenibile che funzioni sia per le persone che per il pianeta. Proteggere il pianeta è responsabilità di tutti.

 

Fin qui l’appello istituzionale dell’ONU per quest’anno.

Quest’anno il tema proposto è ‘Planet vs. Plastics’, una sfida globale alla presenza invasiva della plastica nel nostro ambiente e negli organismi degli esseri viventi, compreso l’essere umano.

 

Al tema dell’abbattimento del monouso (su cui anche la Glam si è appuntata con la campagna sulla plastica lanciata nel 2021), quest’anno l’ONU unisce il ‘fast fashion’ (il consumismo di vestiario) perché l’industria dell’abbigliamento produce ogni anno oltre 100 miliardi di capi, le persone acquistano il 60% di capi di abbigliamento in più rispetto a 15 anni fa, e ogni capo viene utilizzato per un tempo sempre più breve.

 

Quasi l’85% degli indumenti finisce negli inceneritori e nelle discariche (ricordiamo la discarica illegale del deserto di Atacama, in Cile dove vengono gettate migliaia di tonnellate di vestiti usati e invenduti provenienti da Stati Uniti, Europa e Asia) e solamente l’1% viene effettivamente riciclato.

 

Quasi il 70% degli indumenti è prodotto con petrolio grezzo, con il conseguente rilascio di microfibre durante il lavaggio e pericolose infiltrazioni nel suolo all’interno delle discariche.

 

Per tenere l’attenzione sulla sostenibilità, oltre a questa scadenza, ci sono altri appuntamenti in agenda: il 21 marzo è infatti la giornata delle foreste (dal 2012), il 22 marzo quella dell’acqua (dal 1992), il 5 giugno dell’ambiente (dal 1972) e il 7 settembre è la giornata dell’aria pulita (dal 2020). Quest’anno si tiene anche la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP16), in Colombia, dal 21 ottobre al 1° novembre.

 

Nel 2008 l’Ecuador ha scritto la Dichiarazione universale dei diritti di Madre Terra e l’ha inserita nella sua Costituzione, riscritta dopo un referendum popolare. Nel 2010 la Bolivia ha seguito l’esempio dell’Ecuador adottandone il documento e l’Italia nel 2022 ha voluto introdurre delle modifiche negli articoli 9 e 41 della Costituzione.

 

Siamo del decennio ONU 2021-2030 per il ripristino dell’ecosistema e la UE ha da poco approvato il Regolamento riguardante il ripristino della natura (Nature Restoration Law). La norma prevede che i Paesi dell’Unione restaurino le condizioni vitali (senza compromettere il settore agricolo) di almeno il 30% degli habitat naturali (foreste, praterie e zone umide, fiumi, laghi e coralli) in cattive condizioni (lo sono oltre l’80% del totale), entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.

 

Si ricorda che un regolamento è un atto giuridico vincolante che deve essere applicato in tutti i suoi elementi nell’intera Unione europea stanti le flessibilità previste nel recepimento.

 

La giornata della Terra (a pochi giorni dal G7 di Torino su energia e ambiente che sta mobilitando l’ambientalismo), dunque, espone a verifica la tenuta della rete di contenimento e prevenzione di comportamenti lesivi degli equilibri dinamici che la vita si è data e pone complessivamente la domanda su come gli umani abitano la Terra.

Essa ci mette davanti alle macerie prodotte da scelte che sappiamo essere distruttive (come dichiarato nei documenti sopra citati e nei preamboli di alcuni atti legislativi quali ombre di cattiva coscienza) ma che vengono perpetuate neutralizzando i moniti che vengono da queste ricorrenze istituzionali trasformandole in ‘feste’ o in ‘eventi’.

 

La Glam si associa al gemito della Terra e invita i/le cristiani e le chiese a considerarsi solidali con la sua domanda a Dio di liberazione a partire da un lato dalla testimonianza di eco comunità e dall’altro dalla dissociazione dalle pulsioni di morte che animano chi alimenta e istiga le decine di guerre in corso ancora spesso adducendo argomentazioni religiose.

 


https://www.un.org/en/observances/earth-day