Quel Peppino è «divisivo»!
Ognuno di noi invece dovrebbe ringraziare Peppino Impastato
Peppino Impastato era divisivo ed ognuno di noi dovrebbe ringraziarlo! Gli studenti di Partinico non hanno voluto che il loro liceo fosse intitolato a lui ed a Felicia (scelta non condivisibile che rispetto). Il problema è che hanno motivato la loro scelta sul suo essere “divisivo”.
E i ragazzi hanno ragione.
Peppino era divisivo perché divideva tra chi lottava la mafia e chi ci faceva affari.
Era divisivo perché denunciava la mafia, mentre gli altri tacevano.
Era divisivo perché faceva i nomi ed i cognomi, mentre gli altri quei nomi e cognomi li “rispettavano” e li omaggiavano.
Era divisivo perché veniva da una famiglia mafiosa e decise di chiudere i rapporti con i parenti boss.
Era divisivo perché la madre, Mamma Felicia, non lo fece vendicare, ma si rivolse alla Giustizia.
Era divisivo perché fortemente antifascista, pensate come la Costituzione del nostro Paese.
Era divisivo perché nella nostra Terra non si può essere con tutti. Lui non lo era.
È stato ucciso perché era «divisivo».
La questione sta proprio nel fatto che i ragazzi non conoscano la storia di Peppino, e non è colpa loro. Vuol dire che non abbiamo fatto abbastanza per raccontarlo.
Grazie Peppino per essere stato divisivo. Follemente divisivo. Dal tuo essere divisivo abbiamo imparato a schierarci!
*Paolo Borrometi, giornalista e autore di inchieste sulla mafia è il vice direttore dell’Agenzia Agi. Pubblichiamo l’articolo per gentile concessione dell’autore e di Articolo21.org
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