Spiragli di luce a Candelaro

Portare il discorso sulla legalità in una scuola di periferia di Foggia: una sfida, un’utopia, o il granello di senape da cui germoglierà un albero? Il racconto di un progetto della chiesa valdese di Foggia finanziato dall’otto per mille

 

«Io mi sento così», mi sussurra Aurora (nome di fantasia).

«Così come?», le chiedo.

«Come il decimo bastoncino, quello che non si riesce a trovare».

 

Lo dice con aria seria, mentre i suoi compagni corrono per tutta l’aula magna alla ricerca dei dieci bastoncini colorati con le parole chiave della legalità. Chissà che cosa passa nella testa di questa ragazza di seconda media che da grande vuole fare l’avvocata o l’insegnante di letteratura, in un quartiere come Candelaro, estrema periferia nord di Foggia, dove buona parte delle ragazze ha come obiettivo sposarsi presto con uno che ha tanti soldi e le mantenga. Nella sua testa, e in quella degli altri quattordici del primo gruppo, a cui seguirà una seconda ondata, cinque di prima media e tredici di quinta elementare, della scuola “Santa Chiara-Pascoli Altamura”, tre sedi e 600 allievi.

 

È sabato mattina e per i più piccoli non ci sarebbe lezione, ma la scuola ha deciso di proporre questa attività: «Cerchiamo di prolungare il più possibile la loro permanenza qui – dice la dirigente scolastica Angela Maria D’Arienzo – oltre le ore di lezione normali, con corsi di musica, teatro, incontri come questo: nel quartiere la nostra scuola è l’unico servizio alla cittadinanza. Viene chiamata “la scuola del quartiere”, però ci sono famiglie che portano i loro figli in un’altra, un po’ più distante, per distaccarsi da questa realtà. Vorremmo far loro capire che invece è importante resistere, qui, per poter dare un futuro a Candelaro». Eppure, questa mattina ci sono tanti assenti (proprio i casi più problematici, ci dicono), qualcuno malato, ma per molti è stata una scelta: questa attività non è vista come prioritaria. A prescindere dal tema, la legalità, anche se di certo per molti, genitori e figli, si tratta di un argomento totalmente astratto.

A poche centinaia di metri da qui, una serie di palazzine stanno prendendo il posto di vecchie case, confiscate alla mafia e demolite. Ma qualche metro dopo, ce ne sono altre che sono rimaste a testimoniare un passato che non passa. Un quartiere difficile, in una città difficile.

 

Qui la mafia è diversa dalle altre, racconta la preside, continua ad avere gli schemi tradizionali: bombe, ammazzamenti… Eppure sui giornali, nei telegiornali, noto, non se ne sente mai parlare. Una mafia dimenticata.

Nel maggio 2021 il Comune era stato sciolto per mafia e commissariato; lo scorso ottobre si è instaurata una nuova Giunta, con la prima sindaca, una donna di sinistra con lunga esperienza nel mondo della scuola – forse non a caso, di nuovo una donna e una docente: in questa storia sono loro il traino del cambiamento.

 

E allora ecco perché proporre proprio qui, ai più giovani, una riflessione in forma di gioco sulla legalità: su quali sono le regole della convivenza civile, a partire dalla famiglia per arrivare alla scuola, alla strada, quella “terra di nessuno” dove molti trascorrono il tempo libero, senza stimoli e senza il controllo dei genitori. Per qualcuno i genitori mancano del tutto, sono in carcere o altrove, e gli adulti affidatari non si curano troppo di come trascorrono il loro tempo. Qualcuno è tornato a scuola dalle vacanze di Natale orgoglioso dell’incasso fatto vendendo botti illegali, qualcun’altra, a casa, sostituisce già in tutto la madre nei lavori, e non ha tempo per studiare. Molti di loro lasceranno la scuola prima del tempo.

I ragazzi e le ragazze si confrontano con questo argomento attraverso un labirinto con vari quiz, preparato con attenzione e fantasia da Ilaria Terribile, illustratrice foggiana che ha già lavorato con altre scuole. L’attività fa parte di un progetto della chiesa valdese di Foggia, finanziato dall’Otto per mille valdese e fortemente voluto anche dalla docente di religione Sarah Salvatore, amica di vecchia data all’interno del Consiglio ecumenico delle chiese, bella realtà di collaborazione “dal basso” (solo da poco esiste uno Statuto) tra cattolici, ortodossi e protestanti.

 

Grazie a questo “humus” si è potuto realizzare questo progetto, che ha portato lo scorso anno la storia di Martin Lutero con i pupi siciliani, e proseguirà, spiega Erika Szilagyi, instancabile animatrice della piccola comunità valdese (28 membri), con il tema delle eco-mafie, che stanno creando qui la nuova “terra dei fuochi”. Lo si farà con uno spettacolo di “burattoni” di cartapesta, a cura della compagnia “Teatro del pollaio”, anche questa, come Ilaria, uno dei talenti locali che la chiesa valdese ha voluto valorizzare, anche pensando alle difficoltà dei professionisti del mondo artistico.

“Dal lontano nord”, la sottoscritta rappresenta L’Amico dei fanciulli, che ha fornito il tema e lo spunto di partenza, e soprattutto darà uno spazio a questi ragazzini, con pagine dedicate ai loro scritti e disegni sulle attività della giornata. Le insegnanti dicono che è un’occasione di riscatto e di orgoglio per loro: si trasmette il messaggio che quello che fanno e che pensano ha un valore, non economico o materiale, ma culturale e sociale. Cosa tutt’altro che scontata, qui.

E c’è già un’idea per un futuro laboratorio qui all’“Altamura”, sul tema della non violenza, che, dai dialoghi con i ragazzi e da alcuni loro disegni, abbiamo capito essere un tema cruciale.

 

A che cosa può servire questo incontro? Che peso può avere un paio d’ore passate a giocare con le parole rispetto, empatia, giustizia, solidarietà, regole, …? Riusciranno a cogliere i nostri discorsi o li prenderanno come qualcosa di lontano anni luce da loro? Ce lo siamo chieste prima di cominciare, ce lo chiediamo anche dopo. Riusciranno le nostre parole, le nostre piccole discussioni intavolate durante le attività, a mettere radici nei loro cuori, a dare loro la forza per costruire un futuro di legalità?

Quando si incontrano ragazze come Aurora, o il gruppo di bambini di quinta che si infervorano sull’importanza di mantenere pulito l’ambiente, uno spiraglio di speranza si apre.