Essere figli e figlie di Dio
Un giorno una parola – commento a Galati 3, 26
Ascolta la meditazione:
Voi siete figli per il Signore vostro Dio
Deuteronomio 14, 1
Siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù
Galati 3, 26
In questo versetto si dice che per la fede in Gesù Cristo siamo tutti figli, figlie di Dio. Questa considerazione funziona da martello pneumatico su tutte le barriere e le gerarchie che erigiamo tra di noi.
Quando usiamo la razza, l’etnia o lo status sociale come giustificazione per guardare gli altri dall’alto in basso; quando pensiamo che un gruppo tra noi meriti di essere meno libero di un altro; quando pensiamo che i tratti anatomici, fisiologici o genetici rendano alcune persone meritevoli di più potere, influenza o rispetto di altre… Questo versetto serve come correttivo.
Le distinzioni esistono solo nella mente degli esseri umani, non nella mente di Dio; e man mano che emerge l’unità in Cristo, le distinzioni svaniscono.
Nonostante l’antichità dell’intuizione di Paolo, molte società, culture, comunità e chiese rafforzano – attraverso la legislazione, la pressione sociale, l’ignoranza volontaria, le menzogne, i pettegolezzi ecc. – le nostre versioni moderne di questi fattori di differenziazione. Ogni gruppo sociale genera il proprio elenco di diversità inconciliabili.
Pensate che esistono dei letteralisti biblici che spiegano come questo versetto – e il precedente – non vada preso alla lettera e viene “mostrato” per significare l’opposto di ciò che dice.
Un avvertimento. Per quelli di noi che vogliono chiamarsi figli di Dio attraverso la fede, lasciare che tutte le implicazioni di questa frase trovino espressione nella nostra vita può richiedere un lavoro duro su se stessi, apertura agli sforzi incessanti di Dio di operare miracoli in noi e in mezzo a noi.
Essere figli, figlie di Dio è un dono bellissimo, una delle promesse di Dio che dura da Abramo fino ad oggi e nell’età a venire. Amen.