Delegazione tedesca in visita alle chiese protestanti italiane
Migranti, formazione, abusi nelle chiese: molti temi negli incontri con i rappresentanti delle comunità protestanti
Un gruppo di quindici pastori e una predicatrice locale dalla Germania, in particolare dalla regione centrale della Renana Vestfalia, partecipano in questi giorni a un percorso di formazione presso le chiese protestanti italiane, dal titolo “Dalla chiesa per gli altri alla chiesa con gli altri”.
Ieri l’altro, spiega il pastore Marco Sorg, che ha guidato il gruppo tedesco, «con il presidente della Fcei, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Daniele Garrone abbiamo visitato la “Roma eretica” ed abbiamo incontrato la Comunità di Sant’Egidio, e in particolare il segretario generale Cesare Zucconi, con la quale le chiese protestanti condividono il progetto dei corridoi umanitari», spiega.
«Sappiamo che avete delle esperienze molto più lunghe delle nostre di lavoro e formazione di comunità interculturali e per questo siamo qui ad imparare da voi» aggiunge.
Ieri invece l’incontro con la moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta, con la pastora valdese Thesie Muller e con Fiona Kendall e Marta Bernardini del programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Mediterranean Hope. Poi un focus specifico sull’esperienza di “Essere chiesa insieme”.
Quanto alle chiese tedesche, «il momento è difficile» ammette Borg. Il riferimento è ai risultati dello studio sugli abusi ai danni di minori nella chiesa evangelica in Germania, di cui ha parlato anche Riforma in questo articolo. E a novembre scorso si è dimessa la presidente della EKD, Annette Kurschus.
«Dobbiamo analizzare nel profondo questo problema. Nessuno di noi pensava che ci riguardasse così da vicino. Sicuramente quello su cui tutti siamo d’accordo è che serve e servirà la massima trasparenza. È un momento di crisi – dichiara il pastore tedesco -, è innegabile, che impatta tutta la nostra chiesa, molte persone stanno lasciando le chiese, siamo in un processo e una fase complicati».
E chi lascia le chiese impoverisce anche materialmente queste comunità. In Germania, infatti, segnalare nella dichiarazione dei redditi la propria appartenenza alla religione, che sia cattolica, protestante o ebraica, significa autorizzare automaticamente il pagamento di una quota pari all’8-9 per cento delle proprie tasse.