Chi inquina paga. Approvata Direttiva europea su ecocidio e reati ambientali

Il commento della Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

 

Il 27 febbraio il Parlamento Europeo ed il Consiglio hanno approvato la nuova direttiva in materia di reati ambientali. La Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) esprime la sua soddisfazione per la notizia.

 

Il sistema sanzionatorio della direttiva precedente, ritenuto inadeguato, è stato superato con l’intento di aggiornarlo, relativamente alle nuove violazioni. Saranno inoltre inasprite le sanzioni per alcuni reati.

«I principi ispiratori della riforma delineata nella direttiva del 27 febbraio sono quelli di precauzione, azione preventiva, correzione alla fonte dei danni causati all’ambiente, complementarietà del diritto penale e del diritto amministrativo, principio del ‘chi inquina paga’ – si legge su Altalex –. La crescente diffusione dei reati ambientali oltre i confini degli Stati in cui sono commessi, ha reso indispensabile rafforzare la cooperazione transfrontaliera. L’esperienza ha mostrato che l’inosservanza degli obblighi di agire può avere gli stessi effetti negativi sull’ambiente e la salute di una condotta attiva, per questo la direttiva prevede una stretta anche sui reati omissivi».

 

Tra le nuove fattispecie di reati: il commercio illegale di legname, l’introduzione illegale di energia nell’ambiente, l’esaurimento delle risorse idriche, gravi violazioni in materia di sostanze chimiche, l’inquinamento provocato dalle navi. Inoltre: immissione sul mercato, in violazione di un divieto o di un altro requisito volto alla tutela dell’ambiente, di un prodotto il cui impiego su vasta scala comporti lo scarico, l’emissione o l’introduzione di un quantitativo di materiali, sostanze, energia o radiazioni ionizzanti nell’aria, nel suolo o nelle acque e possa provocare danni rilevanti all’ambiente o alla salute umana, gestione illecita di rifiuti nocivi come prodotti farmaceutici, sostanze stupefacenti, sostanze chimiche, rifiuti connettenti acidi o basi, tossine, metalli pesanti, olii, grassi, rifiuti elettrici ed elettronici, rifiuti di plastica.

 

Potranno essere qualificati come “ecocidio” e puniti con pene più severe (fino a 8 anni di reclusione) i reati ambientali che provochino la distruzione di un ecosistema di dimensioni o valore ambientale considerevoli o di un habitat in un sito protetto. Punito anche il tentativo di reato ambientale che provoca o è probabile possa provocare il decesso o lesioni gravi o danni rilevanti o il rischio considerevole di danni rilevanti all’ambiente. Infine, la nuova direttiva parla di reati commessi dalla criminalità organizzata e della responsabilità di persone giuridiche.

 

Dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’UE, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le norme nel diritto nazionale.


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