I doni e le vocazioni di Dio

Un giorno una parola – commento a Romani 11, 29

 

Ascolta la meditazione:

 

Il Signore fece loro grazia, ne ebbe compassione e fu loro favorevole a causa del suo patto con Abraamo, Isacco e con Giacobbe; e non li volle distruggere; e, fino a ora, non li ha respinti dalla sua presenza

II Re 13, 23

 

I doni e le vocazioni di Dio sono irrevocabili

Romani 11, 29

 

In un tempo in cui accordi, relazioni, decisioni, sono determinati e condizionati da eventi, frutto di contrattazioni e ricerca di precari equilibri, ecco che l’apostolo Paolo ci spiazza con un esempio di fedeltà e impegno incredibili.

Doni e vocazioni di Dio sono irrevocabili: non sono concessi in prova, non sono condizionati dalle risposte delle persone che li ricevono, non devono essere ripagati in alcun modo e, anche, non possono essere rimandati al mittente.

 

Doni e vocazioni sanciscono l’inizio di qualcosa di nuovo per Dio e per gli esseri umani: sono gli strumenti che Dio fornisce affinché ognuno e ognuna possa, in modo originale e proprio, accogliere il Suo amore nella propria vita.

Sono doni e vocazioni, assolutamente personali e individuali, a permetterci di relazionarci e collaborare gli uni e le une con gli altri e le altre; doni e vocazioni strutturano la testimonianza dei singoli e delle comunità e permettono alla giustizia, alla pace, alla consolazione, alla verità, alla speranza di germogliare. Ognuno e ognuna, con i suoi doni e le sue vocazioni, ha qualcosa da dare e da ricevere.

 

Per questo non vengono stilate classifiche, verificati requisiti, programmati esami di idoneità o di profitto, anzi, poco più avanti l’apostolo oppone al solo pensiero di questa possibilità, la misericordia di Dio che si rivolge a tutti e a tutte, e loda questo atteggiamento come dimostrazione della sua sapienza.

Dio non ci ripensa, i suoi propositi non cambiano, la sua promessa rimane valida e il suo progetto per noi non viene modificato. Amen.