Chiesa valdese di Riesi. Al via la mostra “Rosolino Pilo”

Le opere di Maurizio Lo Stimolo, che dopo una lunga esperienza all’estero è tornato nella natia cittadina siciliana

 

Si inaugura il 17 marzo alle 19 presso la chiesa valdese di Riesi la mostra di Maurizio Lo Stimolo dal titolo “Rosolino Pilo“.

La mostra sarà visitabile fino al 1° aprile tutti i giorni dalle 10 alle 12,30 e poi dalle 16,30 alle 19.

Il pastore della chiesa valdese Giovanni Bernardini ci racconta come nasce questa iniziativa: «Quando si è presentata l’opportunità di accogliere la mostra di opere d’arte, la prima di Maurizio Lo Stimolo a Riesi, non abbiamo esitato nell’accettare. L’arte permette di immergersi in emozioni e suggestioni capaci di trasportare in una realtà altra e, al contempo, ci permette di conoscere l’artista nel profondo».

 

Maurizio Lo Stimolo, afferma il pastore, «non è legato ad una specifica confessione religiosa… la sua certezza è l’esistenza di Dio, colui che lo ha accompagnato e guidato nelle varie fasi della sua vita».
Le opere esposte ci permettono di ripercorrere la storia di Maurizio «dalla partenza (quasi una fuga) da Riesi e dall’attività commerciale di famiglia, all’incontro con l’arte sia nelle sue forme più classiche che più improbabili. Un artista eclettico capace di parlare del suo rapporto col divino e col mondano senza stacco di continuità».
Lo Stimolo è nato e cresciuto negli anni in cui Riesi era nel suo boom economico e, sin da giovanissimo, aiutava nella macelleria-gastronomia di famiglia. «Il motto in casa, ma non solo, era: si fa e si studia solo ciò che serve… solo ciò che può avere una sua utilità nel pratico. Naturalmente l’arte non rientrava. Questo tuttavia non ti ha fermato» ha detto il pastore Bernardini a Lo Stimolo.
Il quale ha risposto: «No, non mi ha fermato. Sentivo che la via dell’arte era la mia, a sei anni sono persino arrivato a farmi i colori da solo; ad esempio estraendo il rosso dai papaveri! Per la verità la mia ribellione a quel mondo votato al produrre e guadagnare si è tradotta in due tentativi di “fuga”, il primo fallito a pochi chilometri da Riesi, mentre il secondo… poco importa, perché a vent’anni si prospetta un’opportunità di lavoro ad Amburgo. Lì iniziano gli anni artisticamente più frenetici della mia vita, una vita divisa tra il lavoro come cameriere nei ristoranti più esclusivi a contatto con la crème de la crème di quegli anni, e gallerie d’arte, musei, vernissage…».
Da Amburgo, Lo Stimolo si trasferisce prima ad Edimburgo e poi a Roma, sempre lavorando nei ristoranti e sempre facendo arte. Proprio nella Capitale ha occasione di esporre per un periodo alcune opere, finché, racconta lo stesso artista, «per motivi familiari, torno a Riesi nel 2014. Riesi era ormai diversa da come l’avevo lasciata… o forse ero io ad essere molto diverso… o forse entrambe le cose.
Da allora ad oggi sono passati dieci anni e continuo a sentire una sorta di mano invisibile che mi sostiene, mi guida e mi sprona. Non so che ‘etichetta’, che ‘titolo’ mettere a Dio, ma sento quasi il bisogno di scaraventare su tela, legno, quel che capita, questo rapporto con qualcosa che mi è tanto superiore quanto interiore. Anche per questo star facendo la mia prima mostra riesina in Chiesa valdese è importante, non solo per la bellezza della sua architettura».