Lupo. Informare e comunicare

È in distribuzione il numero di marzo del mensile free press con un dossier dedicato alla presenza del lupo nelle Alpi

È in distribuzione in tutto il territorio del pinerolese nell’area sud della provincia di Torino (lo trovate in centinaia di luoghi pubblici, dalle biblioteche ai negozi) il numero di marzo del mensile free press L’Eco delle valli valdesi che potete leggere integralmente anche dal nostro sito, dalla home page di di www.riforma.it. Il dossier di questo mese è dedicato alla presenza del lupo nelle Alpi. Vi proponiamo due articoli. Il seguente è un’intervista ai referenti del progetto LIFE WolfsAlpsEU.

 

Quando si sente parlare di lupo non si può fare a meno di collegare il grande predatore al progetto LIFE WolfsAlpsEU. «Il nostro è un progetto europeo Life che segue il quello chiamato LIFE WolfAlps, attivo fra il 2013 e il 2018, ma solo sul lato italiano delle Alpi, in particolare nelle Marittime. L’attuale LWA invece è un progetto transfrontaliero che coinvolge Italia, Francia, Austria e Slovenia e fa parte di quel piccolo settore di fondi europei destinati a progetti per specie in direttiva di tutela e salvaguardia», esordisce Marta De Biaggi del team della comunicazione di LWA.

 

«Il primo obiettivo – aggiunge De Biaggi – è quello di monitorare la presenza del lupo: questo è il punto di partenza e per questo è indispensabile collaborare con gli altri Stati europei che si affacciano sulle Alpi. Ma l’obiettivo principale di questo progetto è quello di migliorare la coesistenza dell’uomo e del lupo, che si manifesta soprattutto con la prevenzione dei danni agli animali domestici, vero nodo della questione». Proprio in questa direzione sono nate delle squadre di pronto intervento; De Biaggi ci spiega la loro funzione: «Le squadre sono composte da varie professionalità e intervengono su richiesta dove c’è stato un atto predatorio o dove sia avvistata la presenza del lupo. Gli operatori sono disponibili ad aiutare gli allevatori nelle varie fasi dell’iter legato ai rimborsi da predazioni ma anche per fornire gli strumenti necessari alla prevenzione».

 

Il dialogo con chi subisce danni non è sempre facile, che cosa cercate di fare in merito? «La comunicazione e l’informazione sono fondamentali: ci sono stati molti passi avanti rispetto al passato in quanto il lupo ormai è una presenza consolidata. Certo, ha complicato le cose, ma è un suo diritto esistere come esistono le altre forme di vita. Inoltre la sua presenza è utile per riequilibrare la presenza di altri animali che avevano preso il sopravvento con danni all’agricoltura (come gli ungulati, immessi nel dopoguerra, contrariamente al lupo, che è arrivato grazie alla protezione e allo spopolamento della montagna)».

 

Infine una domanda sulla pericolosità del lupo per l’uomo… «In tutti questi anni di presenza (ormai una trentina) di attacchi sulle Alpi non ne abbiamo registrati. Bisogna però ricordare che il lupo è un animale selvatico e come tale va trattato. E come tutti, se messo in pericolo si difende. Non bisogna assolutamente renderlo confidente e magari lasciargli del cibo per avvicinarlo (sui lupi confidenti e urbanizzati verterà il nuovo programma LIFE)».