Giornata europea contro le molestie. Donne evangeliche: attenzione ai passi indietro

Il messaggio della Federazione delle donne evangeliche in Italia 

 

Venerdì 23 febbraio, si è celebrata la terza Giornata europea contro le molestie. L’obiettivo è di sensibilizzare i giovani e le giovani del continente e fornire loro strumenti per affrontare il tema delle molestie negli ambiti in cui si trovano a vivere le loro relazioni dai media, alle scuole, allo sport.

 

Per l’occasione, la Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) è intervenuta attraverso una dichiarazione della sua presidente, la pastora Mirella Manocchio. La dichiarazione è anche occasione per esprimere le perplessità delle donne evangeliche italiane sulla direttiva europea sulla violenza di genere. Qui di seguito il testo della dichiarazione.

 

«La Fdei ritiene sia fondamentale agire tempestivamente, in modo concreto e con competenza e sensibilità, per offrire a tutti, in particolare ai più giovani, le chiavi di lettura del fenomeno e gli strumenti idonei a smascherare gli schemi mentali e strutturali che favoriscono il diffondersi delle molestie sulle donne e sulle e sui giovani.

Il Parlamento e il governo italiano hanno la responsabilità di legiferare per attuare e sostenere politiche che aiutino in tal senso, ma tutte le agenzie e i contesti di formazione, tra cui anche le nostre chiese, dovrebbero operare e collaborare tra loro al fine di diffondere un sistema culturale egualitario, inclusivo, privo di discriminazioni e molestie.

La Fdei vuole anche appoggiare la protesta dei collettivi studenteschi e delle universitarie che da tempo chiedono un cambio di rotta sistemico delle Università e della scuola affinché chi molesta sia fortemente punito e il fenomeno sia smascherato e bloccato.

In tal senso, la Fdei ritiene particolarmente pericoloso che, proprio a livello europeo, passi una direttiva che converte la Convenzione di Istanbul, dalla quale è stato stralciato l’articolo 5 riguardante lo stupro come ‘rapporto sessuale senza consenso’. Nella direttiva mancano anche altri elementi contenuti nella proposta iniziale riguardanti, per esempio, la definizione di molestie sessuali subite nel mondo del lavoro, il livello di criminalizzazione della violenza informatica (come la diffusione non consensuale di contenuti sessualmente espliciti) e la necessità di fare formazione alle autorità giudiziarie sulla violenza di genere.

Inoltre, il testo configura lo stupro non come reato europeo, ma resterebbe demandato all’ordinamento dei singoli paesi. Come Fdei, lanciamo un appello affinché non si accetti questo enorme e pericoloso passo indietro!».