Il lamento di Elia e la promessa di Dio
Un giorno una parola – commento a I Re 19, 18
Ascolta la meditazione:
Dio disse a Elia: «Io lascerò in Israele un residuo di settemila uomini, tutti quelli il cui ginocchio non s’è piegato davanti a Baal»
I Re 19, 18
Voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna
Giuda 20-21
“Sono rimasto io solo e cercano di togliermi la vita” risponde Elia quando Dio gli chiede cosa sta facendo in cima al monte Horeb. Quante volte abbiamo pensato (e persino affermato) qualcosa di simile? Con le chiese sempre più vuote e i loro membri sempre più anziani, le parole di Elia ci suonano familiari, “siamo sempre così in pochi a darci da fare”, “sono rimasta l’unica a fare qualcosa in questa comunità”.
Il lamento di Elia, ripetuto due volte nel corso del brano, contiene due rimproveri, uno esplicito verso “i figliuoli di Israele che hanno abbandonato il patto”, lasciando Elia da solo a difendere il nome dell’Eterno, e l’altro implicito rivolto all’Eterno stesso, che, non tenendo conto della dedizione del profeta, lo ha lasciato solo. Mosè era stato ancora più chiaro, “Perché hai trattato così male il tuo servo?… Io non posso, da me solo, portare tutto questo popolo” (Nm 11, 11s), come d’altronde lo sarà anche Marta, “Signore, non t’importa che mia sorella mi abbia lasciato sola a servire?” (Lc 10, 40).
A prima vista sembra che a Dio importi poco del lamento di Elia, tant’è che viene rispedito nella mischia. Se Elia sperava di essere compatito o risollevato dal carico, sbagliava di grosso. Anzi, deve ripercorrere la strada appena fatta e creare le premesse di un popolo che (questa volta) sia fedele a Dio. Che lo sarà veramente, però, non dipenderà né dal suo zelo né dai suoi sforzi, ma unicamente dalla promessa che lo accompagna: “Ma io lascerò in Israele un resto di settemila uomini, tutti quelli il cui ginocchio non s’è piegato dinanzi a Baal”. È in base a questa promessa che anche noi, sentendoci frustrati e abbandonati, torniamo nella mischia, consapevoli di essere servi e serve inutili, ma con la speranza di diventare almeno servi e serve fedeli! Amen.