Chiese europee in dialogo con la politica alla vigilia di elezioni fondamentali

Incontro a Bruxelles fra i parlamentari europei e i rappresentanti delle chiese del Continente per incoraggiare la partecipazione degli elettori al voto di giugno 2024

 

Il 13 febbraio si è svolto presso il Parlamento Europeo, a Bruxelles, il Seminario di dialogo con le chiese, le comunità religiose e le organizzazioni filosofiche e non confessionali. L’incontro è stato organizzato dall’eurodeputato Othmar Karas, primo vicepresidente del Parlamento europeo, responsabile dell’attuazione dell’articolo 17 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue).

 

L’articolo 17 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea impone per la prima volta all’UE l’obbligo giuridico di condurre un dialogo aperto, trasparente e regolare con le chiese, le associazioni religiose e le organizzazioni filosofiche e non confessionali.

Esso recita: 1. L’Unione rispetta e non pregiudica lo status di cui le chiese e le associazioni o comunità religiose godono negli Stati membri in virtù del diritto nazionale. 2. L’Unione rispetta ugualmente lo status di cui godono, in virtù del diritto nazionale, le organizzazioni filosofiche e non confessionali. 3. Riconoscendone l’identità e il contributo specifico, l’Unione mantiene un dialogo aperto, trasparente e regolare con tali chiese e organizzazioni. Il Parlamento europeo ha dato attuazione alle disposizioni del trattato mediante la designazione, da parte del Presidente, di un vicepresidente responsabile della conduzione del dialogo, nonché attraverso una serie di decisioni specifiche volte a istituire il pertinente quadro.

 

Il significato delle elezioni europee del 2024 e il ruolo delle Chiese nell’affrontare le sfide contemporanee e nell’incoraggiare il coinvolgimento degli elettori sono stati evidenziati dalla dottoressa Hillie van de Streek, in rappresentanza della Conferenza delle Chiese europee (Kek).

 

Streek, segretaria generale del Consiglio delle Chiese dei Paesi Bassi, ha espresso il suo apprezzamento per il dialogo previsto dall’articolo 17  del Trattato di Lisbona, che garantisce un dialogo aperto, trasparente e regolare con le chiese e le organizzazioni religiose .

«Come Chiese europee, anche noi dobbiamo incoraggiare il coinvolgimento degli elettori assumendo una posizione chiara. Dobbiamo invitare i nostri fedeli e le persone di fede a votare per un partito che difende i nostri valori europei fondamentali, come elencati nell’articolo 2 del Trattato. Dobbiamo parlare in un momento in cui rinunciamo al nostro compito come Chiese in Europa se restiamo in silenzio», ha aggiunto.

 

Streek ha continuato dicendo che le denominazioni ecclesiali a livello nazionale e internazionale sono chiamate ad elevare una voce profetica. «Con “profezia” intendiamo che la chiesa dovrebbe parlare apertamente. Il messaggio del Vangelo è di pace, giustizia e integrità della creazione».

Ha criticato la strumentalizzazione della religione per interessi politici e il modo in cui deve essere affrontata e prevenuta.

 

Il seminario ha presentato varie riflessioni sull’importanza del dialogo ai sensi dell’articolo 17 per sensibilizzare l’opinione pubblica contro la disinformazione e le interferenze straniere, da un lato, e per raggiungere un’elevata affluenza alle elezioni europee del 2024, dall’altro. I partecipanti hanno discusso argomenti relativi a notizie false, disinformazione e teorie del complotto e di come queste affliggono la nostra società e le nostre democrazie.

 

A questo link è possibile seguire la discussione che si è svolta nell’aula del Parlamento europeo.