La perfezione donata dalla comunione con Cristo
Un giorno una parola – commento a Ebrei 12, 1-2
Ascolta la meditazione:
È bene aspettare in silenzio, la salvezza del Signore
Lamentazioni 3, 26
Corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta
Ebrei 12, 1-2
Nella civiltà greco romana le gare fra atleti erano seguite con passione. Le Olimpiadi erano così importanti da sospendere temporaneamente ogni guerra. Il giovane atleta era la personificazione di una umanità universale, libera dai condizionamenti del momento, concentrata nel miglior uso di corpo e mente per giungere al traguardo per primi. L’atleta nella gara esprimeva il massimo delle capacità umane e raggiungeva ciò che il comune mortale non poteva ottenere.
L’apostolo indirizza la lettera agli Ebrei, cristiani immersi in un ambiente pagano, e utilizza l’immagine dell’atleta paragonandolo al credente che vive con impegno e pratica l’insegnamento di Dio, senza perdere di vista la meta del Regno dei cieli. Egli nella corsa non è solo, ma circondato dai suoi compagni di fede e da coloro che furono fedeli al Dio d’Israele e affrontarono ogni genere di persecuzione. Ciò che dà forza e assicura il successo è la partecipazione alla corsa di Gesù Cristo, il capofila, a cui tutti guardano. Cristo non è solo esempio di disciplina, è colui che crea la fede e la rende perfetta.
L’idea di perfezione torna spesso nella lettera. È una perfezione alternativa all’ideale ambito dalle religioni e filosofie del tempo, che era la perfezione morale e spirituale attraverso rituali esclusivi di purificazione e speculazioni sulle forze cosmiche che si pensava dominassero la realtà. L’apostolo avverte il pericolo di lasciarsi sviare, e afferma la perfezione della salvezza donata da Cristo per mezzo della croce e della resurrezione.
La perfezione cristiana ha a che fare con il Regno di Dio, è ciò che noi non realizziamo con le nostre capacità, perché ci viene donata dalla comunione con Cristo. È la perfezione, la dignità che noi non riconosciamo nelle nostre vite imperfette, poiché Gesù vede in noi quello che noi ancora non scorgiamo, la nuova creatura, contro cui facciamo resistenza. La perfezione del cristiano è quindi il traguardo verso cui ci protendiamo e sarà completa nel Regno di Dio. Amen.