Prospettiva internazionale

Un giorno una parola – commento a I Re 8, 60

Ascolta la meditazione:

Affinché tutti i popoli della terra riconoscano che il Signore è Dio e non ce n’è alcun altro.

I Re 8, 60

 

Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».

Matteo 28, 19-20

 

La parola biblica ascoltata che parla dei popoli, o meglio di tutti popoli, è un espressione del re Salomone, noto per la sua intelligenza, sapienza ed equilibrio. La sua conoscenza geografica, rispetto alla nostra, è parziale. Tremila anni fa Salomone poteva conoscere solo i popoli confinanti o comunque non geograficamente lontani da Israele, popoli con le loro tradizioni e religiosità diverse dalla sua. Il profeta lancia l’augurio che tutti i popoli riconoscano che c’è un solo Dio, le strade per incontrarlo sono tante ma alla fine giungeranno tutti a conoscerlo. Già soltanto entrare in questa ricerca di Dio è, per ogni persona, un risultato straordinario. 

Mi chiedo se questa prospettiva biblica che intende rivolgersi a tutti i popoli, con l’andare dei secoli, non abbia finito per restringersi. Detto altrimenti: da un lato si è enormemente allargata la nostra conoscenza internazionale, siamo sommersi dalle informazioni che ci raggiungono da ogni parte del mondo, dall’altra ne siamo disorientati. Affiora così la tentazione di rinchiudersi, di muoversi in spazi garantiti, conosciuti, rassicuranti. La seconda parola biblica suggerita dal Lezionario Un giorno una parola che abbiamo ascoltato è quella di Gesù che, rivolgendosi ai suoi, dice:  «… andate e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Cogliamo anche qui la prospettiva internazionale. La mia generazione, nata nell’immediato dopoguerra, ha imparato a fatica a conoscere la dimensione internazionale. Approdare, per fare un solo esempio, alla dimensione europea c’è voluto del tempo per capire come oggi siamo europei. Per non dire della globalizzazione che, quotidianamente, ci proietta nell’intero mondo. E in questa vastità noi abbiamo, come credenti, un compito e un riferimento precisi: coltivare, vivere e proporre il messaggio dell’evangelo sul piano locale e quello internazionale. Amen.