Dottrina della Scoperta. Dichiarazione della Chiesa avventista nordamericana
La dottrina della scoperta, sviluppata all’inizio del periodo coloniale, legittimava il furto di terre, risorse e diritti delle popolazioni indigene da parte degli esploratori europei
La dirigenza della Chiesa avventista nordamericana (Nad) ha rilasciato una dichiarazione sulla “dottrina della scoperta”. Si tratta del primo documento ufficiale della denominazione sull’argomento. La dottrina della scoperta, sviluppata all’inizio del periodo coloniale, legittimava il furto di terre, risorse e diritti delle popolazioni indigene da parte degli esploratori europei. La dichiarazione della Nad si oppone a questo insegnamento ed esprime rammarico per gli abusi perpetrati contro i nativi. La dichiarazione è stata votata e approvata il 31 ottobre, durante l’incontro di fine anno del Comitato esecutivo della Nad.
Sulla dottrina
La dottrina della scoperta, stabilita nel 1493 (ma le sue radici risalgono addirittura all’XI secolo) da papa Alessandro VI, affermava che qualsiasi terra non abitata da cristiani poteva essere “scoperta” dagli esploratori europei e, in nome del loro sovrano, rivendicata come propria. Questa dottrina è stata per secoli la giustificazione fondamentale degli abusi del colonialismo, conferendo ai governi cristiani il diritto autoproclamato di invadere e impadronirsi delle terre e di dominare le popolazioni indigene. Questo diritto fu riconosciuto dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1823 e venne ancora applicato in una decisione della Corte del 2005
Cosa dice il documento della Nad
“Fin dalle sue origini, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno ha cercato di riflettere il ministero di guarigione e riconciliazione di Cristo” inizia il documento “In un mondo devastato dalla violenza e dall’egoismo umano, gli avventisti del settimo giorno, come seguaci di Cristo… deplorano le azioni e gli atteggiamenti umani, passati e presenti, che hanno distorto il carattere di Dio e hanno contribuito alle strutture profondamente cattive del mondo contemporaneo”.
Continua poi con una breve spiegazione sulla storia della dottrina per poi arrivare al nocciolo della questione che intende affrontare: il modo in cui sono state trattate le popolazioni di nativi.
“Nel corso dei secoli, la dottrina ha continuato a essere utilizzata per giustificare politiche volte allo sradicamento, all’assimilazione e alla riduzione in schiavitù delle popolazioni indigene” si legge nel documento “Secoli di disumanizzazione, sottomissione e sfruttamento delle popolazioni indigene, spesso sotto la bandiera del cristianesimo, impongono una risposta da parte di coloro che portano il nome di Cristo”.
L’ultimo paragrafo afferma: “Rifiutiamo quindi fermamente la dottrina della scoperta e le idee e le credenze che la sostengono, e ci impegniamo a creare, promuovere e mantenere relazioni sane, rispettose ed eque con i popoli indigeni negli Stati Uniti, in Canada, nelle Bermuda e in Guam Micronesia. Così facendo, cercheremo sempre di riflettere, all’interno delle nostre chiese e istituzioni, e all’interno delle nostre comunità più ampie, il vero carattere del Dio che serviamo”.
Commenti positivi e preoccupazioni
La dichiarazione adottata fornisce informazioni e formazione sulla dottrina della scoperta e sul suo impatto nel corso degli anni, aiutando ad essere meglio informati. Il documento è stato accolto con favore da molti dei delegati nordamericani presenti all’incontro, tra cui Michael Campbell, direttore degli archivi, statistiche e ricerca presso la Nad, che ha sottolineato la sua corrispondenza con lo spirito e l’etica dei fondatori della Chiesa avventista.
Tuttavia, alcuni hanno espresso preoccupazione per l’uso della parola “responsabilità” nella dichiarazione, poiché potrebbe avere conseguenze legali. Altri hanno sottolineato che le spiegazioni non sono sufficienti e che la Chiesa avventista dovrebbe concentrarsi maggiormente sull’aiuto alle persone che hanno bisogni reali
Secondo Tracy Wood, direttrice dei Ministeri in favore della Gioventù presso la Nad, “si tratta di un risultato enorme. Per le nostre generazioni di giovani, vedere che stiamo affrontando questa storia, è un enorme passo avanti”.
Non fermarsi qui
Un altro punto critico evidenziato è la necessità di fare di più per le popolazioni di nativi. Ken Denslow, presidente dell’Unione avventista della regione dei Grandi Laghi nel nord degli Stati Uniti, ha sottolineato l’importanza di parlare non solo dei diritti e dei bisogni delle popolazioni indigene, ma anche di intraprendere azioni e fornire risorse da investire.
La dichiarazione sulla dottrina della scoperta è stata adottata non senza chiarire che si trattava di un riconoscimento delle ingiustizie del passato e di una presa di distanza dalle pratiche messe in atto in quei periodi. I dirigenti della Chiesa avventista nordamericana sperano che questa dichiarazione apra la strada a ulteriori azioni per rispondere meglio e ripristinare la dignità delle comunità indigene.
Anche il Vaticano ha preso le distanze dalla dottrina della scoperta. Alla fine di marzo di quest’anno, ha risposto alle numerose richieste dei nativi, respingendola formalmente.
Da Notizie Avventiste
Foto: Don…The UpNorth Memories Guy… Harrison