Un patto eterno

Un giorno una parola – commento a Geremia 32, 40

Ascolta la meditazione:

Farò con loro un patto eterno, che non mi allontanerò più da loro per cessare di far loro del bene
Geremia 32, 40

In questo si è manifestato per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo
I Giovanni 4, 9

Il popolo d’Israele ha infranto il patto d’elezione stabilito sul Sinai ribellandosi in più occasioni alle leggi di Dio, scegliendo la via del peccato. Dio giudica le colpe del popolo e stabilisce nella conquista babilonese di Gerusalemme la giusta punizione. Buona parte del libro di Geremia può essere considerata come una grossa confessione di peccato. Ma ecco che, per riprendere la metafora liturgica, in molti altri passi, e per esempio nel versetto 40, arriva l’annuncio del perdono con parole di rinnovamento e salvezza.

Dio si trova in una relazione fatta di alti e bassi con l’Israele biblico: di delusione, rabbia e volontà di punire, ma anche di ricominciare da capo, di perdono e rinnovamento; in questo versetto dichiara di voler riprendere un rapporto spezzato con il popolo ebraico, di continuare a volere, nonostante tutto, una relazione con lui e lo suggella con l’aggettivo “eterno”, che vuole dire per sempre, con la promessa di non allontanarsi più e di non smettere di cercare il suo bene.

Il perdono dei peccati è il fondamento delle promesse: c’è un futuro per Israele come popolo di Dio perché Dio perdona i peccati. Il peso del passato viene rimosso e si apre una pagina nuova.

E noi cosa c’entriamo in tutto questo? Interroghiamoci sulla nostra capacità di stare in relazione con Dio, di rispettare la sua parola, domandiamoci quali sono i peccati che ci allontanano da lui. Anche per noi può essere l’occasione per confessare il nostro peccato e chiedere al Signore di riallacciare i rapporti, ristabilire una relazione interrotta a causa nostra, del nostro disinteresse, del prevaricare degli impegni quotidiani, della nostra incredulità secolarizzata rispetto alle sue promesse, del nostro farci prendere sempre da “altro”.

Lui è lì che ci aspetta, pronto ad annunciare il perdono, con la mano tesa a suggellare nuovamente il patto e non smettere mai di cercare il nostro bene. Amen.