Il «motu proprio» sui migranti della premier Meloni
Unhcr e Amnesty International sull’Accordo Italia-Albania: «le modalità di trasferimento di richiedenti asilo e rifugiati devono rispettare il diritto internazionale sui rifugiati»
«Un documento di 9 pagine, 14 articoli in tutto, che resterà in vigore “per 5 anni”, rinnovabili di altri 5 “salvo che una delle parti avvisi entro 6 mesi dalla scadenza” l’intenzione di non rinnovarlo», ricorda l’Agenzia di stampa Ansa.
È il protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti siglato ieri dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni con il primo ministro albanese Edi Rama.
«L’Italia – ricorda ancora l’Ansa – s’impegna a restituire “le aree” dedicate ai centri per i migranti a chiusura del protocollo. Nei centri per i migranti previsti dal protocollo Italia-Albania il diritto di difesa è assicurato consentendo l’accesso alle strutture di avvocati e ausiliari, organizzazioni internazionali e agenzie Ue che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale, nei limiti della legislazione italiana, europea a albanese», si legge nell’intesa. E mentre la politica italiana è in piena agitazione (la segretaria del Pd Elly Schlein ha detto che «l’intesa sembra in aperta violazione delle norme del diritto internazionale e del diritto europeo»), anche in Albania l’accordo (siglato «tra primi»), non è stato accolto bene, ricorda ancora l’agenzia Ansa: «L’opposizione albanese di centrodestra è sul piede di guerra contro il premier Edi Rama per la firma a Roma dell’accordo sui migranti con la premier italiana Giorgia Meloni. Nonostante “la gratitudine verso l’Italia, per quanto fatto negli ultimi 33 anni a nostro sostegno, noi non siamo ancora pronti ad intraprendere un simile passo”, ha scritto su Fb il vicepresidente del parlamento, Agron Gjekmarkaj».
Anche l’Unhcr (l’Agenzia Onu per i Rifugiati), si legge in una nota diramata oggi «Non è parte e non è coinvolta nell’accordo Italia-Albania, reso noto lunedì. L’agenzia (Unhcr) non è stata informata o consultata sui contenuti dell’accordo e sui suoi dettagli. Stiamo attualmente cercando di ottenere ulteriori informazioni dalle autorità competenti».
La posizione dell’Unhcr è netta: «da sempre si stabilisce che i rimpatri o i trasferimenti verso Paesi terzi sicuri possono essere considerati appropriati solo se vengono rispettati determinati standard, in particolare se tali Paesi rispettano pienamente i diritti derivanti dalla Convenzione sui rifugiati e gli obblighi in materia di diritti umani, e se l’accordo contribuisce a condividere equamente la responsabilità per i rifugiati tra le nazioni, anziché trasferirla».
Secondo il diritto internazionale sui rifugiati, infatti, la responsabilità primaria di valutare le richieste di asilo e di concedere la protezione internazionale, «spetta allo Stato in cui il richiedente asilo arriva, alle frontiere terrestri o marine, e chiede tale protezione». Obbligo che. Prosegue l’Unhcr rimane inalterato, «anche in seguito al trasferimento dei richiedenti asilo o alla valutazione delle domande di protezione al di fuori del territorio nazionale. Anche se tra gli Stati possono essere stipulati accordi legali di trasferimento basati sulla cooperazione in materia di asilo, tali misure devono garantire e rafforzare la protezione dei rifugiati».
Commentando l’accordo «relativo alla costruzione di due centri dove detenere persone soccorse in mare da navi italiane, comprese persone in cerca di salvezza», Elisa de Pieri, ricercatrice di Amnesty Internationalsull’Europa, ha dichiarato: «Le persone soccorse in mare dalle autorità italiane, comprese quelle in cerca di riparo in Europa, sono sotto la giurisdizione italiana e non possono essere trasferite in un altro stato, prima che la loro richiesta d’asilo e le situazioni individuali siano esaminate. È molto semplice. Questo è un accordo sul respingimento, una prassi vietata dalle norme europee e internazionali e per la quale l’Italia è stata già condannata dalla Corte europea dei diritti umani. Questo accordo è illegale, impraticabile e va annullato».