Nella Chiesa greco-ortodossa di Gaza la paura incombe sulla gioia di battezzare i bambini
9 bambini battezzati sotto le bombe
Il 19 ottobre 2023, un attacco aereo israeliano ha colpito parte degli edifici di San Porfirio, una chiesa greco-ortodossa nella città di Gaza, uccidendo almeno 19 civili (3 erano bambini) fra gli oltre 450 residenti cristiani e musulmani che vi si erano rifugiati.
San Porfirio appartiene al Patriarcato di Gerusalemme ed è la chiesa attiva più antica della città fra le più antiche del mondo. Situata nel quartiere Zaytun della Città Vecchia di Gaza, prende il nome dal vescovo di Gaza del V secolo, la cui tomba si trova nell’angolo nord-orientale dell’edificio.
Il 28 ottobre, genitori e famiglie che frequentano abitualmente la chiesa si sono riuniti a San Porfirio per battezzare i loro bambini. I battesimi tradizionalmente gioiosi erano questa volta accompagnati dalla paura: i genitori hanno scelto di battezzare subito i loro piccoli di fronte alla tragedia in corso e al rischio di vederli morire non battezzati.
La congregazione di San Porfirio ha sentito l’urgenza di battezzare tutti i bambini rimasti. Kamel Ayyad, responsabile delle pubbliche relazioni e dei media di San Porfirio, ha dichiarato al Consiglio ecumenico delle chiese: «Questa è stata una decisione dolorosa, ma non avevamo scelta. I genitori battezzano i propri figli nella speranza della vita e del futuro, ma noi battezziamo i nostri figli nel timore che possa accadere qualcosa di brutto. Siamo nel mezzo di una guerra e tutto può succedere».
Nove i bambini battezzati durante la cerimonia organizzata in tutta fretta. I genitori e i fedeli erano già riuniti in chiesa, poiché è in quei locali che si erano rifugiati già dall’inizio della guerra, il 7 ottobre.