La conversione di Lidia
Un giorno una parola – commento a Atti degli apostoli 16, 14
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Ascolta “Un giorno una Parola: 26 ottobre” su Spreaker.Dio risveglia, ogni mattina, risveglia il mio orecchio, perché io ascolti, come ascoltano i discepoli
Isaia 50, 4
Una donna della città di Tiatiri, commerciante di porpora, di nome Lidia, che temeva Dio, stava ad ascoltare. Il Signore le aprì il cuore per renderla attenta alle cose dette da Paolo
Atti degli apostoli 16, 14
L’apostolo Paolo entra in Europa – e la prima credente è una donna. Lidia, di cui parla il nostro brano, era una donna che “temeva Dio” (noi la definiremmo una pagana ‘simpatizzante’ per l’ebraismo), e viene incontrata da Paolo “lungo il fiume”, probabilmente perché la comunità ebraica era poco numerosa e non possedeva una sinagoga.
Di questa figura di donna possiamo notare innanzitutto che la sua conversione non è dovuta all’abilità di Paolo, ma all’opera di Dio. È lui che “le apre il cuore” (v. 14).
In secondo luogo, va detto che Lidia è una donna – non è un fatto secondario. Luca mostra sempre interesse per “le persone che il mondo non considera”; e, al paragone con le idee convenzionali ebraiche e greco-romane sulle donne, la prima chiesa cristiana deve essere sembrata radicale per il modo in cui le accoglieva e dava loro risalto.
In terzo luogo, ci viene detto che Lidia è una donna ricca, e il fatto che Paolo accetti di stare in casa sua come suo ospite, indica che le barriere che dividevano maschi e femmine, ebrei e pagani, ricchi e poveri, non hanno presa nella chiesa. Lidia ora è libera di essere ospitale e Paolo è libero di accoglierla come sorella in Cristo.
Ma va notato anche che Lidia è capace di ascoltare. Nella nostra società, dove imperversa la “comunicazione” e mille voci assordanti ci circondano, riusciamo ancora a fare il silenzio dentro di noi che è necessario per ascoltare? E diamo la dovuta importanza a quel dialogo muto che è la preghiera?
Infine, la prima Chiesa cristiana nasce come Chiesa domestica. È segno di ospitalità, di apertura all’altro, di capacità di accoglienza. Aprire la propria casa significa che le persone che vi entrano sono fratelli e sorelle. È un nuovo rapporto che si instaura tra le persone e le differenze di razza, di censo, di provenienza, non devono contare più. Amen.
Immagine: icona greca di Lidia di Tiatiri, Wikimedia Commons