XXII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

l 27 ottobre è la Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

Il 27 ottobre è la Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico. Giunta alla sua XXII edizione, l’iniziativa ha come titolo “Custodire il creato costruendo la pace”. Diversi appuntamenti sono previsti intorno a questa data.

Alla luce delle Scritture sacre islamiche e cristiane, dell’enciclica Laudato si’ e della Dichiarazione di Abu Dhabi, il Comitato promotore «propone una riflessione sulla custodia umana del creato. I cambiamenti ecologici attuali – innalzamento della temperatura e dei mari, desertificazione, eventi climatici estremi – mostrano l’incidenza negativa delle azioni umane sul pianeta. Guerre, inquinamento, sfruttamento estremo delle risorse». L’invito è «a un disarmo dei cuori. A una conversione ecologica che rinnovi la nostra vocazione a essere custodi dell’opera di Dio. Le religioni, così come la politica, la scuola e i mass media sono responsabili dell’educazione alla pace e alla cura. Ci opponiamo alla benedizione delle armate in nome di Dio. Allo storno di fondi dalla sanità e dall’istruzione a favore del comparto militare. Infine, ci opponiamo al linguaggio bellico che vede nell’altro un nemico. Chiediamo una riconversione dell’industria degli armamenti».

Nata dopo l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001, sull’onda della preoccupazione per uno “scontro di civiltà” nel concetto elaborato dal politologo Samuel Huntington, la Giornata del dialogo cristiano-islamico riunì fin dai suoi esordi uomini e donne di religione cristiana e islamica. «Il dialogo è l’unico futuro possibile dell’umanità e del cosmo» affermano ancora oggi gli organizzatori. Fra le iniziative, domenica 22 ottobre a Torino, nel tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II, si è svolta la conferenza dal titolo “(S)fidiamoci: le sfide del credere nella società di oggi”.

Sempre da Torino, arriva una riflessione di Enrico Peyretti, ricercatore per la pace nel Centro Studi Domenico Sereno Regis. Peyretti, fra l’altro, è parte del gruppo promotore della Giornata, nonché una delle voci del Movimento Internazionale di Riconciliazione. Scrive Peyretti: «Sento che le nostre religioni, sorelle davanti all’unico Dio, vogliono obbedire a lui nel promuovere pace tra i popoli, senza violenze né imperi. Perciò credo che oggi, nei nuovi gravi conflitti, dobbiamo dire una chiara parola insieme per compiangere tutte le vittime, e per incoraggiare tutti i popoli alla pace. […] Credo che dobbiamo insieme difendere l’Islam, l’ebraismo e il cristianesimo dall’accusa di essere religioni violente, e difenderle da chi le offende usandole per una politica di potenza. E dobbiamo aiutarci a sviluppare con coraggio lo spirito nonviolento delle nostre religioni, vera via di giustizia per tutti. Non è neutralismo comodo, ma un compito nostro di pace, nella critica onesta, nella difesa dei deboli, nello sviluppo di reti internazionali di giustizia per tutti i popoli, e nel rifiuto profondo di ogni politica che uccide vite umane e così offende Dio, che ama e difende ogni vita. Nella nostra piccola attività locale, aiutiamoci, musulmani e cristiani, ciascuno come può, sinceramente, ad essere parola ed esempio di pace, che è fraternità nella differenza».