Il Parlamento Europeo esamina il fascicolo sulle omissioni in materia di minori dell’Italia
Il documento è stato preparato da “Rete l’Abuso”, l’associazione sopravvissuti agli abusi sessuali del clero
Il Parlamento Europeo esamina il fascicolo dalla “Rete L’Abuso”, l’associazione sopravvissuti agli abusi sessuali del clero, sulle omissioni in materia di minori dell’Italia.
La “Commissione per le Petizioni” ha ritenuto ricevibile lo scorso venerdì 13 ottobre, il fascicolo inviato dall’Associazione il 19 aprile nel quale si lamentano le gravi inadempienze del Governo italiano in materia di tutela di minori e persone vulnerabili.
Piu di un anno di indagini minuziosamente documentate, molte direttamente con i vertici della Conferenza Episcopale Italiana, sfociate in un ampio documento che contiene le vicende di 418 sacerdoti accusati, censiti attraverso le denunce degli associati a “Rete l’Abuso”.
Il report, con i dati suddivisi per Regione, è stato doverosamente trasmesso alla Procura Generale della Repubblica lo scorso 16 febbraio, nell’ottica di un intervento preventivo che spingesse l’Autorità Giudiziaria all’acquisizione dei nominativi, molti mai denunciati alle autorità, procedendo d’ufficio (come accaduto in Spagna nell’assenza di iniziative governative).
Nella sintesi della petizione (0354/2023) pubblicata sul portale UE si leggono i punti ritenuti di maggiore interesse:
«Il firmatario denuncia la presunta incorretta applicazione della Convenzione di Lanzarote in Italia, in materia di reati sessuali, ratificata con la legge n. 172/2012.
Il firmatario sottolinea che in Italia sono esenti dall’obbligo di esibizione del certificato antipedofilia le associazioni di volontariato, tra le quali figurano le cooperative di servizi e le confessioni religiose. In particolare, egli sostiene che queste ultime godrebbero al loro interno di una maggiore tutela in riferimento ad eventuali reati sessuali e, sommando questo elemento all’esenzione dal certificato e all’assenza di un obbligo di trasmissione delle denunce alle autorità nazionali, l’insieme rappresenterebbe un incentivo per gli abusivi, con la conseguenza di impunità e di vittime di cui nessuno si fa carico.
A sostegno delle proprie tesi cita i dati del report sugli abusi sessuali all’interno del clero, rilasciato dalla Conferenza Episcopale Italiana, nel quale la stessa CEI indica che, dai dati dal 2020 al 2021, da soli 30 sportelli delle 166 diocesi italiane che li hanno promossi, i laici denunciati in ambito ecclesiastico sarebbero 23 su un totale di 68 segnalati, corrispondenti al 33,8 %.
Egli sostiene inoltre che, nonostante la Chiesa abbia istituito gli sportelli diocesani per le vittime di abusi sessuali e le persone vulnerabili, questi risulterebbero inadeguati, rappresentando ulteriori strumenti di violenza contro le vittime.
Fa presente che gli esiti di questi processi sono spesso condanne mendaci, con diversi tentativi di accordi tra le parti.
Ricorda infine che il 28 febbraio 2019, nell’80° sezione, sedute del 23 e 24 gennaio, il Comitato per la tutela dell’infanzia delle Nazioni Unite ha sottolineato la propria preoccupazione per i numerosi casi di bambini vittime di abusi sessuali da parte del personale religioso della Chiesa cattolica in Italia e per il basso numero di indagini criminali e azioni penali da parte della magistratura italiana, dichiarando la necessità di un nuovo piano nazionale per prevenire e combattere l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei bambini basato sull’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente e imparziale, su indagini trasparenti ed efficaci, sull’obbligo della segnalazione di qualsiasi caso di presunta violenza e infine sulla modifica della legislazione che attua la Convenzione di Lanzarote in modo da includere il volontariato.
Il firmatario richiede pertanto l’intervento delle istituzioni europee per chiarire le iniziative europee, al fine di prevenire e reprimere il fenomeno degli abusi sessuali sui minori in Italia ed eventuali iniziative normative per estendere l’obbligo di denuncia a tutti i cittadini ed esigere il certificato antipedofilia alle categorie oggi esenti”».
La stessa Petizione (0354/2023) è stata ritenuta “sostenibile” dai cittadini che lo vorranno, direttamente dal Portale delle Petizioni del Parlamento europeo.
Un fascicolo simile nei contenuti, era stato parallelamente inviato anche al Comitato per la tutela dell’infanzia dell’ONU, dove pochi giorni fa è stato integrato con il report sulle omissioni al “Motu proprio” della Cei, la Conferenza episcopale italiana.