Appelli alla pace dopo l’attacco di Hamas a Israele
I Patriarchi e i Capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme chiedono la cessazione immediata delle violenze, che hanno provocato la morte di centinaia di persone
All’indomani del terribile attacco sferrato sabato scorso da Hamas allo stato d’Israele, i Patriarchi e i Capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme hanno dichiarato: «La nostra fede, che è fondata sugli insegnamenti di Gesù Cristo, ci obbliga a sostenere la cessazione di tutte le attività violente e militari che danneggiano sia i civili palestinesi che quelli israeliani», hanno affermato, lanciando un appello ad entrambe le parti affinché rispettino lo status quo giuridico dei luoghi santi e entrino in dialogo per trovare una soluzione duratura.
Inoltre, hanno affermato di “condannare inequivocabilmente” qualsiasi atto violento contro i civili e hanno esortato la comunità internazionale a «raddoppiare gli sforzi per mediare una pace giusta e duratura in Terra Santa, basata sulla parità di diritti per tutti e sulla legittimità internazionale».
«È nostra fervente speranza e preghiera che tutte le parti coinvolte prestino ascolto a questo appello per una cessazione immediata della violenza. Imploriamo i leader politici e le autorità a impegnarsi in un dialogo sincero, cercando soluzioni durature che promuovano la giustizia, la pace e la riconciliazione per le persone di questa terra che hanno sopportato il peso del conflitto per troppo tempo».
E hanno aggiunto: «Ricordiamo le parole dell’apostolo Paolo: “Dio infatti non è un Dio di disordine, ma di pace” (1 Cor. 14, 33). Nello spirito di questo messaggio divino, imploriamo tutti di lavorare instancabilmente verso la fine della violenza e l’instaurazione di una pace giusta e duratura che permetterà alla Terra Santa di essere un faro di speranza, fede e amore per tutti».
Il Patriarcato latino di Gerusalemme ha dichiarato che le ultime violenze hanno riportato la regione «ai periodi peggiori della nostra storia» e «creeranno più odio e divisione, e distruggeranno sempre più ogni prospettiva di stabilità». Inoltre, ha invitato i leader internazionali e religiosi «a compiere ogni sforzo per contribuire ad allentare la situazione, riportare la calma e lavorare per garantire i diritti fondamentali delle persone nella regione».
«Le dichiarazioni unilaterali sullo status dei siti religiosi e dei luoghi di culto scuotono il sentimento religioso e alimentano ancora più odio ed estremismo», si legge ancora nella dichiarazione. «È quindi importante preservare lo status quo nei Luoghi Santi di Terra Santa e a Gerusalemme in particolare. I continui spargimenti di sangue e le dichiarazioni di guerra ci ricordano ancora una volta l’urgente necessità di trovare una soluzione duratura e globale al conflitto israelo-palestinese in questa terra, che è chiamata ad essere una terra di giustizia, pace e riconciliazione tra i popoli. Chiediamo a Dio di ispirare i leader mondiali nel loro intervento per l’attuazione della pace e della concordia affinché Gerusalemme possa essere una casa di preghiera per tutti i popoli».
Nel Regno Unito, gli arcivescovi di Canterbury e di York si sono detti «addolorati e profondamente preoccupati» per le violenze in Israele e Gaza, e «condannano inequivocabilmente gli attacchi di Hamas». Intercedendo nella preghiera per tutti coloro che erano in lutto, per i feriti e per coloro che temevano per la propria incolumità, hanno dichiarato: «Preghiamo per la moderazione da tutte le parti e per rinnovati sforzi verso una pace giusta per tutti. La via da seguire deve essere che entrambe le parti creino fiducia in un futuro sicuro attraverso il quale Israele e il suo popolo possano vivere in sicurezza all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale, e i palestinesi abbiano un proprio Stato e vivano nelle loro terre in sicurezza, in pace e giustizia».
L’arcivescovo ortodosso di Londra, mons. Angaelos, ha detto di pregare per la pace e la guarigione e ha aggiunto che «nel mezzo di numerosi resoconti, retorica e analisi dell’attacco e del contrattacco di ieri in Israele e Gaza non possiamo perdere di vista il reale costo umano di centinaia di morti e molte migliaia di persone in lutto e spaventate da entrambe le parti oggi».
Il capo della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles, il cardinale Vincent Nichols, ha chiesto di pregare affinché il conflitto “finisca rapidamente”. «La violenza non è mai una soluzione. La punizione non è mai un contributo alla pace. Per favore preghiamo oggi per quella pace», ha detto.