Per la pace in Medio Oriente

Una preghiera del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) si è tenuta ieri, 18 settembre, dedicata alla Settimana mondiale per la pace nei Territori palestinesi (Palestina) e in Israele

Una preghiera del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) si è tenuta ieri, 18 settembre, ed è stata dedicata alla Settimana mondiale per la pace nei Territori palestinesi (Palestina) e in Israele, «Casa» spirituale comune in Terra Santa. I testimoni di fede e di pace si sono riuniti online e in presenza per pregare e esprimere la loro solidarietà a tutte le persone che vivono in Terra Santa.

La Settimana Mondiale per la Pace in «Palestina» e in Israele, si terrà quest’anno dal 16 al 23 settembre con il motto: «Non c’è luogo dove posar la testa». Un tema, che riflette la sfida delle famiglie palestinesi, e di altre, che quotidianamente affrontano la difficoltà di poter riunire le proprie famiglie, anche dopo la vita.

Il segretario generale Cec, Jerry Pillay, ha aperto la preghiera sottolineando che il tema, è «profondamente radicato nella sofferenza del popolo palestinese».

Pillay, ha poi riflettuto sulla profonda importanza della terra e sul «diritto di poter vivere con la propria famiglia nella propria casa, un diritto sacro», ribadendo che «il dolore di un popolo che per decenni ha desiderato trovare un posto dove riposare e far riposare in pace i propri cari è evidente».

«Le Terre delle popolazioni palestinesi sono frammentate e pervase da insediamenti e le abitazioni spesso demolite; il diritto alla loro sicurezza vilipeso», ha proseguito Pillay, «dunque, quando neghiamo alle persone il diritto di poter vivere nella propria terra le spogliamo delle proprie radici le annichiliamo, le svuotiamo nella loro appartenenza».

Sua Beatitudine il Patriarca Teofilo III di Gerusalemme e di tutta la Palestina, nell’omelia, ha riflettuto su quanto le persone che vivono in Terra Santa siano i testimoni viventi dell’incontro tra il divino e l’umano: «La Terra Santa è la casa di tutte le persone di buona volontà e c’è spazio per tutte e tutti», ha affermato. «Per secoli la Terra Santa è stata una civiltà multietnica, multiculturale e multireligiosa, e sebbene ci siano alcuni gruppi radicali che cercano di cambiare questa situazione e di alterarne l’integrità, siamo testimoni di un storia sacra che abbraccia l’intera generazione di figli delle fedi monoteistiche».

Il Patriarca, ha infine espresso una sua preoccupazione: «senza questa diversità di vita, di fede, la Regione perderà la sua caratteristica fondamentale, ossia, la sua missione». 

«Il Nostro Signore Gesù Cristo, può non aver avuto un luogo dove posare il capo. Ma noi lo abbiamo, una casa reale, spirituale in Terra Santa e grazie a quest’incontro divino-umano, una Casa sulla Terra che rimanda alla nostra Casa Celeste e al comune destino umano che tutti condividiamo». 

«Preghiamo e lavoriamo con impegno e incessantemente per la pace in Terra Santa», ha concluso.

Durante la Settimana Mondiale per la Pace in Palestina e Israele, che ingloba anche la Giornata Internazionale di Preghiera per la Pace del 21 settembre, le organizzazioni ecclesiali, le congregazioni e le persone di fede saranno incoraggiate a rendere testimonianza comune, partecipando ai culti, agli eventi educativi con atti concreti di sostegno a favore della pace e della giustizia per le persone palestinesi e israeliane.