Lampedusa, Mediterranean Hope: «Situazione inaccettabile: servono vie legali»
Il commento degli operatori e dei volontari del programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, rispetto a quanto sta accadendo sull’isola siciliana in queste ultime ore
Proseguono gli approdi di migranti a Lampedusa. Un neonato di 5 mesi è morto dopo essere finito in acqua al momento dello sbarco sull’isola. Nell’hotspot dell’isola ci sarebbero in queste ore oltre 6.000 persone. Una situazione «indecente», hanno commentato gli operatori e le operatrici di Mediterranean Hope (MH), programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Servono «vie legali di accesso, soccorsi in mare e un’accoglienza degna», hanno aggiunto.
«A Lampedusa in queste ore stiamo assistendo a una situazione indecorosa e incivile, non solo per l’isola ma soprattutto per le persone che arrivano dal Mediterraneo. Centinaia, migliaia, di persone ammassate per ore al molo, senza un’assistenza adeguata. Al Molo Favaloro – e non solo – è il caos, semplicemente. Non si dovrebbe assistere mai più a queste scene in cui i diritti di chi approda sono totalmente dimenticati. Chiediamo che le istituzioni intervengano, che l’UE faccia la sua parte, non è eticamente accettabile che questa sia la prima accoglienza per persone che rischiano la vita in mare e che continueranno ad arrivare. Servono vie di accesso legali, soccorsi in mare e un’accoglienza umana per tutte e tutti» scrivono gli operatori di Mediterranean Hope.
Qui l’intervista che i nostro colleghi di Radio Beckwith hanno realizzato con Marta Bernardini, coordinatrice del programma Mh.