Non autosufficienti: nella legge di bilancio il momento della verità

Occorre 1 miliardo e 306 milioni di euro per cominciare a tradurre in pratica la riforma della non autosufficienza approvata a marzo

«Il Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza propone di utilizzare la Legge di Bilancio per avviare un Piano di Legislatura che attui progressivamente la riforma e presenta un’analisi anche delle risorse economiche necessarie a ridefinire già dal 2024 i principali ambiti del settore: assistenza domiciliare, servizi residenziali e trasferimenti monetari. 

La proposta, che include 7 documenti di approfondimento, è costruita così da richiedere un finanziamento sostenibile per le casse dello Stato: servono 1 miliardo e 306 milioni di euro nel 2024, suddivisi in 835 milioni dalla sanità e 471 milioni dal sociale». Così inizia il testo che annuncia i nuovi sviluppi e le nuove necessità in questo ambito: dopo che il Patto ha contribuito alla formulazione della Legge 33/2023di riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, sta lavorando alle proposte in vista dei necessari Decreti Legislativi.

L’ambito di riferimento, prosegue il documento, riguarda «10 milioni di persone che la politica ha sempre trascurato: sono gli anziani non autosufficienti, i loro caregiver familiari e chi li assiste professionalmente. A marzo è stata approvata la legge di riforma dell’assistenza, attesa da 25 anni: può rappresentare quella svolta tanto attesa. Ma se i suoi obiettivi rimarranno solo parole, l’unico effetto sarà stato quello di accrescere la frustrazione dei tanti coinvolti».

La proposta, che è stata già anticipata dal Patto al viceministro al Welfare, on. Maria Teresa Bellucci, coordinatrice dei decreti attuativi della riforma, con la quale il Patto si confronta positivamente da tempo, guarda all’oggi, cominciando a fornire migliori risposte ad anziani e famiglie. «“Non si può continuare a stare fermi. È necessario agire senza indugi per iniziare a dare sollievo alle loro pressanti necessità” – dichiarano le organizzazioni del Patto –. “Allo stesso tempo, la proposta serve a costruire il futuro: individua i primi passi del percorso pluriennale necessario per tradurre la riforma in pratica, che incontrerà certamente notevoli, spesso inattese, difficoltà». 

«La realtà della non autosufficienza è estremamente varia – conclude il comunicato – e richiede, dunque, risposte differenziate e complementari in ciascuno dei principali ambiti del settore: assistenza domiciliare, servizi residenziali e trasferimenti monetari. La proposta presenta, infatti, l’introduzione di un servizio di assistenza domiciliare per gli anziani non autosufficienti, sinora assente nel nostro Paese; l’innalzamento della qualità dell’assistenza nelle strutture residenziali e ciò implica l’incremento delle ore quotidiane che i professionisti della cura dedicano ad ogni anziano; il rafforzamento dei contributi monetari statali, incrementandoli per coloro i quali si trovano in condizioni più gravi e per chi li utilizza al fine di remunerare gli assistenti familiari in modo regolare».

Del Patto fanno parte 59 organizzazioni di cittadinanza sociale, tra cui Acli, Caritas e Diaconia valdese, società scientifiche e di ordini professionali, rappresentanti delle famiglie e delle persone stesse coinvolte.
Maggiori informazioni e il documento sono disponibili al sito web.