La presenza fedele di Dio
Un giorno una parola – commento a Salmo 118, 8
Ascolta la meditazione:
È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo
Salmo 118, 8
Paolo scrive: «Nella mia prima difesa nessuno si è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno abbandonato; ciò non venga loro imputato! Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte»
II Timoteo 4, 16-17
“Io credo a quello che vedo …”. I meno giovani tra i miei lettori e lettrici riconosceranno l’inizio di una canzone di Caterina Caselli, un singolo del lontano 1967. La frase ricorda la figura di Tommaso, nell’immaginario popolare il discepolo incredulo che voleva vedere i segni dolorosi del Crocifisso nel Risorto per credere che il Signore fosse effettivamente risuscitato.
Un essere umano è visibile, udibile e tangibile, Dio no, eppure, rovesciando questa logica, il Salmista crede e si affida a Colui che non può vedere, udire e toccare piuttosto che all’uomo.
L’esperienza ci mostra e dimostra con evidenza la fragilità dell’uomo, che, pur con le migliori intenzioni, non può sempre mantenere ciò che promette né fare ciò che vorrebbe. L’apostolo Paolo ha constatato come anche i suoi fratelli di fede l’abbiano abbandonato nel momento del bisogno, forse per timore; Dio, al contrario, gli è stato vicino, l’ha assistito e, in definitiva, tolto dai guai.
Il Salmista non è mosso da una fede cieca e ostinata, ma dall’esperienza concreta di liberazioni e d’aiuto da parte di Dio a favore del popolo e dei singoli credenti conservata nella memoria collettiva, nella storia di Israele e nelle piccole storie di tanti individui, uomini e donne, che hanno sperimentato e testimoniato l’amore attivo e fattivo di Dio.
Paolo è, come il Salmista, in continuità con la tradizione conservata e testimoniata dalla Bibbia.
Affermare che Dio è l’Eterno, nella visione della Bibbia, non è costruire ipotesi o teorie sul tempo senza fine di Dio e sul tempo finito dell’uomo, ma constatare il ripetersi confortante di una presenza fedele, di una benevola vicinanza del Signore che era già con i nostri padri, continua con noi e ancora ci sarà con chi verrà dopo di noi.
Quindi Dio è Dio, Eterno e Onnipotente, e l’uomo è l’uomo fragile, con tanti e tanti limiti…
Eppure, non è proprio nella concreta vicinanza, nell’azione solidale di tante donne e tanti uomini che si rende effettiva l’azione di Dio, più spesso di quanto avvenga nei miracoli?
Ecco. L’uomo, per quanto fragile, se agisce spinto dall’amore che risponde all’amore di Dio, agisce per conto di Dio e fa spazio all’onnipotenza di Dio nel vuoto della sua impotenza: è proprio allora che avvengono i più bei miracoli, quelli che tutti, anche i più increduli possono vedere e toccare. Amen.