Gestazione per altri, una prospettiva etico-teologica
La Commissione per i problemi etici posti dalla scienza delle Chiese battiste, metodiste e valdesi ha redatto un documento sul tema della gestazione per altri (GPA)
La Commissione per i problemi etici posti dalla scienza delle Chiese battiste, metodiste e valdesi ha redatto un documento sul tema della gestazione per altri (GPA). Il documento “La gestazione per altri (GPA) – Una prospettiva etico-teologica” è disponibile sul sito www.chiesavaldese.org.
Il Sinodo valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) che si è chiuso a Torre Pellice lo scorso 25 agosto ha approvato un atto* nel quale s’invitano le chiese a “essere dei luoghi sicuri e accoglienti per tutte le famiglie e in particolare per quelle ‘arcobaleno’, accogliendo con serenità i bambini e le bambine di ogni famiglia”.
«Essere genitori – si legge nel testo del documento – appartiene oggi a un’area di esperienza in cui l’intervento della medicina e i cambiamenti sociali e culturali hanno provocato cambiamenti molto profondi. La definizione tradizionale e più consueta di genitorialità – riferita alla procreazione della coppia eterosessuale, giuridicamente sposata (talvolta con riconoscimento di tipo religioso) che genera figli attraverso il rapporto sessuale e la gravidanza – prosegue il documento – è ormai insufficiente a ricomprendere i diversi modelli di famiglia resi possibili dall’avanzamento tecnologico e ritenuti accettabili in molti Paesi dal punto di vista culturale, sociale e giuridico».
Il documento è stato inviato alle chiese e comunità locali battiste metodiste e valdesi, diffuse in tutt’Italia, per lo studio e la riflessione.
A Ilenya Goss, pastora e coordinatrice della Commissione, sono state rivolte alcune domande sui punti salienti del documento: «La riflessione teologica proposta nel sintetico testo che presentiamo allo studio interno ed esterno alle nostre chiese – ha dichiarato – si concentra sulla dialettica tra dono e responsabilità da un lato, rivendicazione di diritti e relazioni sbilanciate dall’altro. Le relazioni in gioco tra genitori committenti, gestante e bambino sono il punto nevralgico in cui si realizza oppure si tradisce la dinamica del dono, del rispetto e in definitiva dell’amore; per un credente, inoltre, la genitorialità non è pensata in termini di diritto ma di gratitudine e di responsabilità, all’interno di un vissuto di fede. Al di là del tema specifico della GPA, ci sarebbe da aprire tutta una discussione, ancora da articolare, sul modo in cui pensiamo l’esistenza teologica della donna e la sua speciale modalità di vivere l’identità e la piena realizzazione al di fuori di schemi culturali che oggi non sentiamo più corrisponderci».
Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese, l’organo esecutivo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, ha dichiarato: «Le nostre chiese sono abituate ad affrontare temi delicati e complessi che interrogano le coscienze dei credenti sulla base di un’adeguata riflessione teologica e di fede, nella consapevolezza che il loro intreccio con difficili nozioni tecnico-scientifiche e problematiche giuridiche e le loro profonde implicazioni umane e sociali rendano serio un dibattito solo se preceduto dalla fatica di un’adeguata informazione e condivisione di spazi curati per il confronto, accessibili a tutti e tutte».
Il documento della Commissione sarà discusso nelle chiese locali – che potranno esprimere pareri e opinioni – nel corso dei prossimi mesi e potrebbe essere sottoposto al prossimo Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi per approvazione definitiva.
* Atto 102/SI/2023: “Il Sinodo, a fronte delle discussioni pubbliche e nell’attesa che il documento della Commissione per i problemi etici posti dalla scienza sul tema della gestazione per altri sia inviato alle chiese per uno studio e un approfondimento etico e teologico, esprime forte preoccupazione per politiche che privano i bambini e le bambine già nati di uno dei due genitori e condanna una legislazione orientata a definire la gestazione per altri reato universale. Richiamando il proprio documento sulle nuove forme di famiglia (31/SI/ 2017), invita le chiese: a essere dei luoghi sicuri e accoglienti per tutte le famiglie e in particolare per quelle “arcobaleno”, accogliendo con serenità i bambini e le bambine di ogni famiglia; a diventare dei possibili luoghi di confronto e sostegno sui temi della promessa di futuro attraverso la genitorialità; a incoraggiare nelle comunità la crescita di conoscenza sul tema e il confronto etico affinché si possa andare oltre gli schieramenti dettati da stereotipi e idealizzazioni della maternità.”