Donne protagoniste nella società che cambia
Donne che curano, donne che partecipano, donne che decidono.
Sono la vice sindaca e assessora alla cultura del Comune di Torre Pellice Maurizia Allisio e la neo presidente della Fdei), la Federazione delle donne evangeliche in Italia (eletta a marzo di quest’anno https://riforma.it/articolo/2023/03/27/la-liberta-di-vivere-nello-spirito-di-dio ) Mirella Manocchio a fare gli onori di casa nell’annuale e consueto pre-sinodo delle donne evangeliche, che precede di un giorno l’apertura ufficiale del sinodo delle chiese valdesi e metodiste.
Nell’introdurre il tema della giornata, “Donne protagoniste in una società che cambia”, proprio la pastora Manocchio ha fornito il primo spunto di riflessione nel ricordare la vicenda di Gesù e della Samaritana, donna ai margini della società che porta l’annuncio della venuta del Messia ai suoi concittadini, ergendosi a protagonista di un avvenimento eccezionale.
Donne che curano, donne che partecipano, donne che decidono. Moderate dal direttore di Riforma Alberto Corsani, tre donne hanno fornito uno spaccato delle tante modalità attraverso le quali i protagonismi, o i mancati protagonismi in un mondo dominato da una visione patriarcale, possono trovare o meno forma e collocazione nel mondo.
La giornalista e scrittrice italo elvetica Sara Rossi Guidicelli ha con emozione raccontato il suo lavoro di inchiesta pensato per illuminare una componente diventata centrale nella nostra moderna società, eppure relegata a un’ombra, un fantasma: il lavoro delle badanti. Donne straniere che lasciano affetti e e amicizie per diventare un ingranaggio di un contesto per lo più di sfruttamento, certamente di isolamento. «L’aspetto più umiliante – racconta Rossi Guidicelli riportando le parole di una donna da lei intervistata- è che non esistiamo più come persone. Ci viene chiesto come sta di salute la persona cui prestiamo servizio, ma mai e poi mai ci viene chiesto come stiamo noi». Protagoniste loro malgrado di vite altrui.
Con l’intervento di Barbara Oliveri Caviglia, presidente dell’ospedale evangelico di Genova, 596 dipendenti, un’eccellenza della sanità ligure, entra in gioco l’aspetto della fede quale motore delle proprie scelte personali, declinata in questo caso nella scelta di adoperarsi per il bene, la salute del prossimo, senza dimenticare qualità quali l’empatia e la dignità nelle relazioni che devono caratterizzare il rapporto con chi si trova in necessità di cure. Inevitabile per la presidente Oliveri Caviglia analizzare la carenza di donne ai vertici dei comparti sanitari nazionali: moltissime infermiere e medici, ma pochissime dirigenti o primarie.
Antonella Visintin, componente della Glam, la Commissione Globalizzazione e Ambiente della Fcei, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, da sempre impegnata nei temi della salvaguardia del Creato e del femminismo, ha allargato la riflessione al distinguo fra essere protagoniste e protagonismo, e lo ha fatto rimarcando quanto nella propria esperienza di vita e militanza siano stati i temi, le battaglie, a essere protagoniste, non l’Io. Il rischio di un atteggiamento differente è quello di omologarsi a un potere tossico, patriarcale: il modello che si vuole abbattere e che invece si corre il rischio di perpetuare da altre angolazioni.Interventi molto differenti, come giusto di fronte alle migliaia di variabili attraverso cui si può declinare il tema della giornata, che hanno lasciato varie emozioni alle partecipanti all’incontro ospitato negli spazi della Civica Galleria d’Arte “Filippo Scroppo”. La seconda parte dell’appuntamento è stato dedicato a un dialogo fra tutte le presenti per continuare a fornire spunti e analisi sul percorso da compiere verso una società capace di superare schemi e retaggi inaccettabili oggi.