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Sparatorie negli Stati Uniti, una pandemia di violenza

 

«Il 4 luglio, un giorno in cui le famiglie e gli amici si riuniscono spesso per rilassarsi e godersi parate e fuochi d’artificio, picnic e barbecue, il flagello della violenza delle armi si è imposto nuovamente alla nostra coscienza» scrive in un comunicato il Consiglio nazionale di chiese cristiane negli Stati Uniti. 

A Highland Park, nell’Illinois, una persona con un fucile ad alta potenza ha sparato sulla folla riunita per assistere alla parata della città. Sette persone sono state uccise. Sette vite sono state stroncate. Sette famiglie sono state lasciate a piangere una tragedia impensabile. Decine di altre persone sono state ferite dagli spari. Centinaia di persone sono state segnate dalla paura di essere colpiti. Le nostre preghiere sono rivolte alle famiglie colpite dalla sparatoria. Ma non finisce qui. A Filadelfia, durante lo spettacolo di fuochi d’artificio, sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco e due agenti di polizia sono rimasti feriti. A Orlando, la gente è stata presa dal panico e si è messa a correre quando i petardi sono stati scambiati per spari. Lungo il National Mall di Washington, le famiglie si sono disperse quando i suoni tipicamente associati ai festeggiamenti hanno scatenato il panico di possibili spari. 

Altrove, la pandemia di violenza da arma da fuoco è continuata in quartieri che non ricevono la stessa attenzione dai media nazionali. A Chicago, 10 persone sono state uccise e altre 60 ferite in diversi incidenti durante il fine settimana festivo. Nella zona rurale di Rustburg, in Virginia, un uomo è stato ucciso nel parcheggio di una chiesa. A Wharton, in Texas, un bambino di 9 anni è stato ucciso, coinvolto nel fuoco incrociato di una sparatoria.

«Gli Stati Uniti sono affetti da una pandemia di violenza terroristica da armi da fuoco – prosegue il testo del NccUsa – . Gli eventi sportivi, le manifestazioni politiche, i festival, le parate – qualsiasi evento pubblico – sono ora accompagnati dal timore che questo raduno possa diventare l’ultimo bersaglio di un tiratore attivo. In effetti, questi spazi pubblici si aggiungono ai luoghi di culto – chiese, sinagoghe, moschee – prese come bersagli. La crescente polarizzazione politica e il facile accesso alle armi si stanno rivelando un mix letale e traumatizzante. Senza un’azione coraggiosa, rischiamo che questa diventi la nuova normalità. Paura costante, tragedie che si ripetono, vite perse».