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Anna Frank e il libro fake

Il 31 marzo 1945 moriva nel campo di concentramento di Bergen Belsen Anna Frank. Anna era nata a Francoforte sul Meno nel 1929. La sua famiglia, ebrea, si trasferisce in Olanda per sfuggire alle persecuzioni antiebraiche ordinate da Hitler. Dal luglio 1942, per oltre due anni, i Frank si nascondono in un appartamento segreto, posto sopra i locali dell’ufficio del padre. 

Il 4 agosto 1944, scoperti dalla Gestapo, saranno deportati. 

Nel 1942, per il suo tredicesimo compleanno, Anna riceve in regalo un diario. Il diario diventerà per lei “Kitty”, l’amica che non ha, alla quale inizia a confidare i suoi pensieri e le sue emozioni…

Il nome di Anna Frank è indirettamente legato anche a Basilea, che le ha recentemente dedicato una piazza. Dopo la guerra suo padre Otto Frank si stabilì a Birsfelden, comune dell’agglomerato di Basilea, dove istituì il Fondo Anne Frank, dedicato alla memoria del destino della giovane vittima dei nazionalsocialisti.

Anna Frank vive e continua a essere un esempio per molti. Il suo nome non smette mai di destare attenzione. 

Scalpore, infatti, ha fatto nei mesi scorsi la notizia della pubblicazione di un libro nel quale sarebbe emerso il nome dell’uomo che tradì la famiglia facendola così scoprire ai nazisti. Ma la notizia a pochi giorni dal triste anniversario della morte di Frank è che quel libro sia già stato ritirato.  

«Prove dissolte nella nebbia – scriveva il 24 marzo scorso il giornalista Roberto Brunelli per l’agenzia di stampa Agi –: l’editore olandese del libro nel quale veniva rivelata l’identità del presunto “traditore” di Anna Frank – in pratica, l’uomo che avrebbe rivelato ai nazisti il nascondiglio della sua famiglia ad Amsterdam, permettendone così l’arresto e la deportazione – ha annunciato il ritiro del volume, con tanto di scuse.

A quanto scrivono sia la Bbc che la Zeit, in una nota l’editore Ambo/Anthos afferma che la decisione di togliere dagli scaffali il volume “Il tradimento verso Anna Frank – Un’indagine” a firma della scrittrice canadese Rosemary Sullivan, è stata presa in seguito «alle nuove conclusioni delle ricerche storiche effettuate» e prega le librerie di procedere con rapidità alle rese.

In più, la Ambo/Anthos è «tornata a chiedere scusa a tutti coloro che si sentono feriti dai contenuti del libro». 

A 78 anni di distanza ancora non si sa chi abbia fatto la soffiata ai nazisti sul nascondiglio dei Frank, decretandone il terribile destino.

Ebbene, lo scorso gennaio aveva fatto furore la tesi di Rosemary Sullivan, secondo la quale sarebbe stato un notaio di Amsterdam – tale Arnold van den Bergh – a rivelare agli occupanti nazisti l’esistenza del nascondiglio di Anna Frank. Il movente, per così dire, sarebbe stato quello di proteggere se stesso e la propria famiglia da una possibile deportazione. Il notaio era membro del Consiglio ebraico della capitale olandese. A detta di Sullivan, la sua scoperta si basa su ricerche condotte per oltre cinque anni insieme ad un ex agente dell’Fbi, Vince Pankoke, secondo il quale la probabilità di essere giunti alla verità era «dell’85%». A fronte delle polemiche esplose subito dopo il libro, i due si erano difesi affermando che “si trattava solo di una teoria”.