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Donne al voto

Il 1° febbraio del 1945 la Gazzetta Ufficiale pubblicava il decreto legislativo numero 23 che estendeva alle donne il  diritto di voto. Decreto varato dal secondo governo Bonomi, di cui facevano parte la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano, la Democrazia del lavoro e il Partito Liberale. L’articolo 3 poneva tuttavia ancora dei limiti al suffragio femminile: restavano escluse le prostitute schedate e che, si affermava allora, esercitavano «il meretricio fuori dei locali autorizzati». Norma, quest’ultima, abrogata nel 1947.

Dopo la pubblicazione del decreto, «Il 2 giugno 1946 dodici milioni di donne (e undici milioni di uomini) votarono nel referendum Monarchia/Repubblica, e per eleggere i rappresentanti all’Assemblea Costituente», ricordava nel 2018 Piera Egidi Bouchard su Riforma.it

Citando poi le parole di chi quell’evento lo visse in prima persona: «“Avevo il cuore in gola e avevo paura di sbagliarmi… – è il ricordo della scrittrice Anna Banti –. Forse solo le donne possono capirmi e gli analfabeti (…) ma – aggiunse – quando i sentimenti neri mi opprimono penso a quel giorno e spero”. 

Il senso di vittoria storica è comprensibile – prosegue Egidi Bouchard -, se ci si ricorda che l’Italia fu uno degli ultimi paesi a concedere il voto alle donne. Ventuno donne risultarono elette alla Consulta: 9 comuniste, 9 democristiane, 2 socialiste, una della lista «Uomo Qualunque». Sono le Costituenti, le “madri della nostra Repubblica”, come recita il titolo dell’introduzione a firma di Livia Turco, presidente della Fondazione «Nilde Iotti», al libro loro dedicato*, che contiene, oltre a un’appendice documentaria, i profili biografici di ciascuna di loro, di interessantissima lettura».

Nel 2016 Federica Tourn scriveva su Riforma.it: «È bello (a settanta anni dal voto delle donne in Italia e in occasione dell’uscita del film di Sarah Gavron Suffragette) che Suffragette sia uscito in Italia proprio ora che si festeggiano i 70 anni del voto alle donne nel nostro Paese, ottenuto il 10 aprile del ‘46 per le prime elezioni amministrative del dopoguerra, perché ci ricorda che quello che oggi è dato per scontato – e a volte persino disprezzato – è stato la ragione di vita per molte, che non hanno pensato tanto a sé quanto alle donne e alle ragazze che sarebbero venute dopo di loro. Bellissimo sarebbe se questo film si potesse vedere nelle scuole e che maschi e femmine insieme potessero discuterne, consapevoli che nessuna battaglia civile è priva di ostacoli e che ogni generazione ha, di nuovo e sempre, le sue da combattere».

* Fondazione Nilde Iotti, Costituenti al lavoro – Donne e Costituzione 1946-1947. Napoli, Guida editori, 2018, pp. 335, euro 20,00.