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Elijah Brown scrive ai legislatori boliviani

L’Alleanza battista mondiale (Bwa) è l’ultima di numerose organizzazioni cristiane ad aver preso posizione contro la nuova legge che minaccia di bandire l’evangelizzazione in Bolivia.

In una lettera inviata ai legislatori boliviani, Elijah Brown, segretario generale dell’Abm, ha espresso le sue preoccupazioni sul fatto che «l’ambiguità di questa legge potrebbe portare a restrizioni involontarie alla libertà religiosa e alla persecuzione diretta di chiese e credenti».

La sua preoccupazione riguarda non solo i battisti boliviani, ma «tutti coloro che potrebbero non vivere più secondo i dettami della loro coscienza».

Nella lettera Brown esprime la viva speranza che «la libertà di religione e di espressione siano rafforzate», e scrive che i battisti stanno pregando «per il benessere del paese».

Dichiara inoltre che la Abm è disponibile a dialogare sulla questione con il governo boliviano e con le autorità coinvolte.

La Abm ha due organizzazioni membro in Bolivia: la Convenzione Battista della Bolivia e l’Unione Battista Boliviana, che comprendono più di 50.000 membri con oltre 300 chiese.

La Bolivia è uno dei paesi più poveri dell’America del Sud con enormi disparità di reddito e una popolazione indigena stimata al 62%, secondo i dati forniti da Open Doors, organizzazione internazionale che sostiene i cristiani perseguitati a causa della loro fede.

Mentre la nuova costituzione della Bolivia, introdotta nel 2008, è laica e pone fine a un legame storico tra la Chiesa cattolica e lo Stato, una controversa legge del 2013 ha costretto tutte le chiese e le organizzazioni senza scopo di lucro a registrarsi nuovamente presso il Governo. Ciò ha significato che lo Stato può monitorare l’appartenenza, l’attività finanziaria e persino controllare come le chiese strutturano la propria leadership.

In un suo recente rapporto sulla Bolivia, Open Doors afferma che il governo del presidente Evo Morales ha «soggiogato la magistratura indipendente e la usa contro avversari politici». «Questa è una tendenza che ha un impatto negativo sui leader cristiani che cercano di difendere i diritti religiosi».