Chi sono gli evangelici?
I recenti fatti di cronaca nera evidenziano una certa confusione nel linguaggio con cui vengono descritti. Proviamo a fare un pò di chiarezza
Chi sono gli evangelici? È una domanda a cui pochi italiani saprebbero rispondere con precisione. I drammatici fatti accaduti ad Altavilla Milicia hanno ancora una volta mostrato come la maggior parte dei mass media – cartacei o digitali – utilizzi il termine “evangelico” con vaghezza e approssimazione, mostrando un limite di conoscenza riguardo al cristianesimo non cattolico e, in particolare, evangelico o protestante. In alcuni articoli si parla della “chiesa evangelica”, mentre si dovrebbe parlare di chiese evangeliche, al plurale; qualche volta è stata usata la parola “setta” che nella lingua italiana ha un significato negativo e sminuente dell’esperienza religiosa. Il tutto condito da una certa nebulosità che non aiuta a capire, ma anzi sembra suggerire che gli evangelici e le loro chiese siano sufficientemente “strani” da rendere plausibile il verificarsi tra i loro fedeli di eventi come gli omicidi in questione.
Evangelico è un nome che deriva da “evangelo”, la buona notizia di Gesù Cristo, e, come spiega la scheda qui sotto, evangelici è un altro modo per dire protestanti. Nascono dalla Riforma del XVI secolo – quella di Lutero, Calvino, Zwingli, per citare i nomi più noti – e appartengono all’ampia galassia di chiese nate da quell’esperienza. Ad alcune di esse ci si riferisce come alle chiese evangeliche storiche, cioè quelle che hanno uno stretto legame storico o teologico con la Riforma – in Italia, la Chiesa evangelica valdese o la Chiesa evangelica luterana e sostanzialmente tutte le chiese membro della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Altre sono invece nate nel corso dei secoli portando nuove forme di testimonianza e spiritualità nel solco della tradizione della Riforma; in Italia, le Assemblee dei Fratelli o le Chiese del movimento pentecostale. Queste chiese, per loro natura, sono indipendenti le une dalle altre; condividono alcuni principi fondamentali, ma possono avere strutture, teologie e intendimenti etici molto diversi tra loro.
Purtroppo, le religioni conoscono tutte quante fenomeni “tossici” o patologici che ingigantiscono le ossessioni oppure permettono a sedicenti pastori o guaritori di creare un proprio seguito. E’ quindi sempre importante valutare se un’esperienza religiosa è collegata a una dimensione comunitaria oppure se è frutto di un’iniziativa personale e arbitraria. Il cristianesimo – in qualunque sua forma, anche in quelle che più insistono sulla dimensione personale della fede – è una religione comunitaria che non può prescindere da un ascolto e da una testimonianza condivisa della Parola di Dio.