“Liberaci dal maligno”
Un giorno una parola – commento a Matteo 6, 13
Io guarirò la loro infedeltà, io li amerò di cuore, poiché la mia ira si è distolta da loro
Osea 14, 4
E non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno
Matteo 6, 13
È da tempo che si discute sul come rendere il significato di questa petizione del Padre nostro. La versione tradizionale del Padre Nostro dice: «Non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno». Versioni più recenti traducono “Salvaci dal tempo della prova”. Questa discussione riflette il “disagio” con l’idea che Dio possa esporre od indurre qualcuno alla tentazione dal momento che Dio non tenta nessuno a peccare (Giacomo 1, 13). La tentazione è più propriamente attribuita a Satana, il “maligno” menzionato nella richiesta finale.
Eppure, il testo originale della preghiera lascia aperta la possibilità che Dio possa “condurre alla prova” (Matteo 4, 1) con situazioni che sfidano la fede. La tematica non è assente dalla Bibbia. La preghiera conosce l’insondabilità di Dio (Isaia 55, 8) e non cerca di spiegare cosa c’è dietro l’esperienza della prova, ma afferma che, anche se Dio è capace di sfidare le persone, Egli è colui che le salva. Pertanto, in ogni circostanza, le persone devono invocarlo.
Quello tra la risurrezione di Gesù e il Regno è nel suo complesso un tempo di prova, un tempo nel quale «il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare» (I Pietro 5, 8). Il Padre Nostro prima ci guida a pregare il Padre per il compimento della promessa del Regno, poi ci esorta a pregare per quei bisogni che nel frattempo coloro che vivono per quel compimento possano avere. L’ultima richiesta riguarda proprio il bisogno della protezione dall’opera del maligno in questo tempo di attesa, perché nessuno potrà perseverare nella fede se non per la protezione del Padre che è nel cielo. Amen.