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Wcrc: chiese protestanti essenziali in Medio Oriente

Anche nel bel mezzo di una terribile guerra civile, la chiesa cristiana in Siria e nel Medio oriente è forte e impegnata a prendersi cura delle persone che sono state colpite dal conflitto, ha detto Najla Kassab, presidente della World Communion of Reformed Churches, la Comunione mondiale di chiese riformate (Wcrc), durante una conferenza alla Calvin University a Grand Rapids, nel Michigan, Stati Uniti, laddove il Wcrc nel 2010 ha preso la forma attuale. La pastora Kassab ne è stata eletta presidente nel 2017.

«È qui che è iniziato il nostro viaggio. La comunione mondiale delle chiese riformate è il luogo in cui 100 milioni di membri provenienti da oltre 200 chiese di tutto il mondo si riuniscono per parlare di giustizia. Negli ultimi anni ci sono stati così tanti dolori e perdite, specialmente in Siria. La sfida della chiesa è quella di essere presente nel mezzo di quel dolore».

«Le chiese là vanno fuori dalle loro mura e aiutano le persone bisognose», ha proseguito Kassab, una delle prime donne ad essere ordinata nel Sinodo evangelico nazionale di Siria e Libano.

Il numero di cristiani è sempre meno in Siria, ha ricordato, passato da circa un milione prima della guerra a circa 400.000 oggi. «Ma credo che la chiesa sia più forte di prima della guerra. Penso che l’impegno della chiesa in quella zona stia crescendo».

La pastora ha tracciato una storia delle chiese riformate in Medio Oriente, descrivendo in dettaglio i miglioramenti che questo piccolo gruppo ha apportato nell’istruzione, nei servizi sociali e nel rafforzare il ruolo delle donne. I missionari presbiteriani avviarono l’Università americana di Beirut, una delle prime università in Libano, a metà del 1800. Più tardi un ospedale e un orfanotrofio furono collegati alla scuola.

«Questa università ha contribuito a modellare la nostra eredità e mostra l’impatto che una chiesa di minoranza come la nostra può avere su una nazione», ha rimarcato.

Sempre a metà degli anni ottanta dell’Ottocento, i missionari aprirono l’American Protestant School for Girls, la scuola femminile, che contribuì a rompere gli stereotipi e le restrizioni nella vita delle donne.

«L’istruzione ha contribuito a potenziare lo status delle donne. Ha portato alla liberazione delle donne mediorientali e ha permesso loro di usare i loro talenti e di contribuire in modo positivo alla società. Questo ci ha aiutato a sperimentare la giustizia e l’amore di Dio. La mia presenza qui è il risultato di ciò».

«La mia chiesa ha contribuito a aprire la strada» ed è servita come esempio e ispirazione per altre chiese protestanti, ha sottolineato. Inoltre, le chiese protestanti hanno avuto un ruolo importante nel movimento ecumenico. «Siamo stati chiamati ad aprirci ad altre chiese e a lavorare più da vicino insieme. Questo è un modo in cui viviamo veramente l’amore di Cristo».

Un modo importante in cui la chiesa è stata presente si è rivelato attraverso l’istruzione della scuola elementare, specialmente durante questo periodo di conflitto lungo il confine libanese, dove circa 1,5 milioni di rifugiati dalla guerra in Siria vivono in piccoli campi e comunità improvvisati.

«Spesso le persone non si sentono a proprio agio nel venire in chiesa, ma verranno nelle nostre scuole», ha detto Kassab in una sessione di domande e risposte dopo la sua lezione. «Le scuole sono luoghi in cui possiamo accogliere studenti cristiani e musulmani insieme e costruire ponti. I genitori vogliono i loro figli in queste scuole, che spesso offrono ai bambini una pausa dai rigori della vita in un campo profughi. A scuola vengono nutriti, aiutati a lavarsi e talvolta possono rimanere per periodi per evitare problemi nei campi. Ci sono così tante esigenze nel Libano di oggi, di fronte a così tanta sofferenza. Aiutiamo le persone a sopravvivere», ha affermato Kassab, il cui ministero è stato dedicato nel corso degli anni a lavorare con donne e bambini. «Non puoi chiudere le porte ai rifugiati e dire che sei una chiesa».

Guardando al futuro, ha affermato che la chiesa deve svolgere un ruolo importante nell’aiutare a favorire la guarigione e la riconciliazione quando la guerra finirà e molti rifugiati torneranno a casa in Siria. Particolarmente importante sarà costruire ponti tra le persone di fede.

Ha sottolineato come, anche in mezzo alla rovina della guerra, un giorno i giovani cristiani e musulmani hanno tenuto una vivace partita di calcio mentre la gente guardava e applaudiva.

Nella regione in cui iniziarono l’ebraismo, il cristianesimo e l’Islam, la chiesa deve fare affidamento sul suo messaggio radicale di amore. Anche se le guerre infuriano, la speranza può durare se mettiamo Dio per primo, ha detto.