Servizio cristiano per bambini e giovani al centro dell’incontro della Federazione battista europea

A Sofia in Bulgaria presente anche l’Unione cristiana evangelica battista in Italia

 

Dal 18 al 21 gennaio, la capitale bulgara, Sofia, è stata teatro dell’evento Connect della Federazione battista europea (Ebf), che ha attirato partecipanti provenienti da 22 diverse nazioni dell’Europa occidentale, orientale e del Medio Oriente. Chi scrive ha rappresentato l’Unione cristiana evangelica battista in Italia (Ucebi), in qualità di segretario del Dipartimento delle chiese internazionali.

 

L’evento, incentrato sul servizio cristiano per bambini e giovani, ha preso avvio con i saluti di Alan Donaldson, segretario generale della Ebf, il quale ha sottolineato l’importanza della connessione tra battisti provenienti da diverse nazioni. Una delle tematiche trattate durante la conferenza è stata l’esplorazione dei concetti di dipendenza e interdipendenza, mettendo in evidenza la particolarità delle chiese battiste nel sottolineare l’aspetto di dipendenza della comunità locale. Tuttavia, la necessità di unità ha spinto alla consapevolezza di vivere uno stato di interdipendenza, promuovendo la cooperazione nel lavoro missionario tra le differenti realtà nazionali. In riferimento all’interdipendenza, Donaldson ha sottolineato anche come la chiesa battista di Gaza e i battisti in Israele stiano insieme collaborando per sostenersi a vicenda insegnando a tutti e a tutte noi che la famiglia battista può essere unita e solidale nonostante le differenze e le divergenze politiche. La preghiera è rivolta anche ai battisti di Ucraina e Russia affinché riescano nella stessa impresa.

 

Johan Go dalla Croazia ha presentato una strategia efficace per il discepolato intenzionale con bambini e giovani, articolata su tre livelli progressivi: «conquistare, costruire ed equipaggiare».

Sveinung Vaagen dalla Norvegia ha approfondito il tema del ministero interetnico, mettendo in luce le sfide e le risorse di una società multiculturale. Per Vaagen, l’intercultura non è solo una riflessione sulla società che cambia, ma è insita nel volere di Dio. Le chiese sono, quindi, chiamate a proiettarsi con uno spirito missionario in una dimensione interculturale e interetnica.

 

Sara Barron dal Regno Unito ha sottolineato l’importanza di ascoltare profondamente i bambini e i giovani per comprendere i loro reali bisogni e offrire loro un supporto più efficace portando esempi concreti e creativi per realizzare momenti di ascolto attivo.

Gabriel Ventura dal Portogallo ha condiviso un’esperienza significativa, raccontando come il ministero nazionale tra i giovani abbia avuto inizio con risorse umane ed economiche limitate. L’organizzazione di giochi olimpici regionali ha innescato una crescita positiva coinvolgendo giovani che successivamente hanno scelto di frequentare le chiese locali.

 

L’entusiasmo ha pervaso ogni momento della conferenza, con la prospettiva di collaborare in progetti futuri. La comunità battista europea guarda al futuro con il desiderio di incontri più frequenti, consolidando l’unità e rafforzando l’impegno per il servizio cristiano in ogni regione.