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Separati in chiesa

Se il Sinodo dei vescovi cattolici sulla famiglia ha ribadito poche e scontate parole sull’impossibilità per le coppie interconfessionali – composte da coniugi appartenenti a chiese cristiane differenti – di ricevere l’eucarestia in chiesa cattolica se non in casi eccezionali, la questione rimane aperta ed attuale a più livelli. Lo si è visto domenica scorsa a Roma quando, durante la visita del papa alla chiesa luterana della capitale, una signora luterana, sposata a un cattolico, ha interrogato Francesco proprio su questo punto, ricevendo una risposta piena di simpatia e di richiami alla coscienza cristiana della coppia, ma escludendo, per ora, la possibilità di sostanziali cambiamenti nella posizione cattolica ufficiale.

Proprio questa difficoltà ad individuare dei passi intermedi verso la meta della piena comunione è al centro delle preoccupazioni del documento redatto dalla Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti e dalla Chiesa evangelica luterana in America (Elca) con il titolo «Dichiarazione lungo il cammino: Chiesa, Ministero, Eucarestia». Reso pubblico lo scorso 30 ottobre – quindi, dopo la chiusura del sinodo sulla famiglia – il testo intende fare il punto su cinquant’anni di dialogo tra cattolici e luterani sia negli Stati Uniti sia a livello globale – anche in vista delle comuni commemorazioni del Cinquecentenario della Riforma nel 2017. In un centinaio di pagine il documento propone 32 affermazioni teologiche che vedono concordi cattolici e luterani sulla dottrina della chiesa, del ministero e dell’eucaristia. Queste «affermazioni di consenso» – ciascuna elaborata alla luce di documenti ufficiali di dialogo – segnano un cammino già tracciato sul quale «non è necessario ritornare» ma dal quale invece «procedere sulla strada verso l’unità visibile dei cristiani». Certamente esistono questioni aperte, specialmente sui tre controversi temi sui quali il documento si focalizza, che il testo di luterani e cattolici statunitensi nomina, accompagnandole con delle «considerazioni in vista della riconciliazione».

E’ proprio al punto 4 della sezione dedicata alle «differenze che permangono» sull’eucarestia che la «Dichiarazione» affronta la questione della comunione alle coppie interconfessionali. «Nessuna delle due confessioni – segnala il documento – ha raggiunto un accordo su quali passi sacramentali intermedi debbano essere intrapresi quale aiuto verso la riconciliazione e la piena comunione tra comunità cristiane separate». Se le chiese luterane accolgono alla mensa del Signore tutti i battezzati, indifferentemente dalla loro appartenenza confessionale, da parte cattolica l’accoglienza di membri di altre chiese (communicatio in sacris) è permessa solo in rari casi ben delimitati ed eccezionali. Il documento ritiene invece che la «communicatio in sacris dovrebbe essere offerta in modo più chiaro e regolato in modo più compassionevole» in modo da ampliare le opportunità per cattolici e luterani di ricevere la comunione insieme. Un’affermazione che rimanda prima di tutto alla situazione delle coppie interconfessionali la cui condizione potrebbe essere inclusa tra i casi speciali di ospitalità eucaristica.

Un invito che lascia aperta la questione, ma al contempo esorta gli organismi confessionali che guidano il dialogo – il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani (Pcup) e la Federazione mondiale luterana (Flm) – a «creare un processo e definire una tabella di marcia» per affrontare le questioni che ancora dividono e in parte feriscono cattolici e luterani.

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