Roberto Saviano, una «condanna “con lode”» 

Una multa congelata di mille euro – il minimo previsto – e un riconoscimento: «aver agito per motivi di particolare valore sociale e morale»

Una multa di mille euro – il minimo previsto – e un riconoscimento della sentenza allo scrittore Roberto Saviano: aver «agito per motivi di particolare valore sociale e morale». 

Roberto Saviano, dunque, è stato condannato «con lode» – scrive Tiziana Barillà su Articolo21.org -, dal Tribunale di Roma giovedì 12 ottobre, «in un’aula bollente di caldo e tensione e dove è andata in scena tutta la sproporzione di potere tra l’accusa e l’accusato, tra la presidente del Consiglio e uno scrittore. L’accusa di diffamazione riguardava l’uso della parola “bastardi”, al plurale, indirizzata (in occasione di un programma, “Piazza Pulita” su “La7”) contro chi conduce da anni campagne d’odio contro i soccorsi in mare. Un termine inserito all’interno di un ragionamento e mai al singolare […]», ricorda Barillà. 

«Eppure, buona parte della stampa, in buona o cattiva fede, continua a riportarla al singolare femminile, di fatto adottando la posizione dell’accusa e contribuendo a manipolare la realtà […]».

Questo è un classico esempio «di Slapp (Strategic lawsuit against public participation) ovvero, le cause legali che non hanno l’obiettivo di vincere ma bensì quello di intimidire, di scoraggiare, di togliere tempo, serenità e soldi». 

«Oggi, Roberto Saviano è il corpo nel quale s’iscrive un messaggio diretto, a tutte e tutti noi: che il pensiero critico deve tacere», conclude Barillà. 

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Disegno di Alekos Prete