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Primo Distretto. Giovani: ripartire insieme

 

L’aspetto “giovani” è stato uno dei temi al quale la Conferenza del Primo Distretto ha dedicato maggior tempo e attenzione. Per la Fgei, Federazione giovanile evangelica in Italia, Anna Paola Carbonatto, segretaria del Consiglio nazionale, ha informato sui prossimi appuntamenti: una pre Assemblea-Sinodo ad agosto e il Campo formazione Nord e Centro, unificati, a Casa Cares il 4-6 novembre, sul tema della “cura” delle relazioni in particolare.

Anais, Sara e Marco hanno rappresentato il Coordinamento attività scoutistiche distrettuale (CASD) che intende riallacciare e consolidare legami con le chiese e gli organismi intermedi che, nel passato, si erano sfilacciati. Hanno riferito che il CASD lavora con un buon numero di partecipanti il cui obiettivo è quello di stare bene insieme nella natura: si è concluso, a maggio, un campo in tenda; il prossimo, a fine luglio, è già al completo. Per il gruppo dei più grandi c’è un progetto nei prossimi mesi: “Sulle orme dei sentieri valdesi in Calabria”, dove i valdesi furono sterminati nel 1561. 

L’argomento giovanile è entrato maggiormente nel vivo nel prendere in esame il documento presentato dalla Commissione nominata dalla CED su mandato della Conferenza distrettuale del 2021; la Commissione ha avuto come obiettivo quello di definire “un progetto di animazione giovanile nuovo e adeguato ai tempi, stimolante e capace di ricomporre le fratture”. Quindi il nome Commissione “progetto animazione giovanile distrettuale”, composta da pastori, ex animatori con esperienze (nella Fgei, Agape, Casd) che ha elaborato il progetto presentandolo alla Conferenza la quale si è divisa in 4 gruppi di lavoro, ciascuno dei quali ha avuto l’incarico di pensare a: 1) quali competenze chiedere agli animatori e quale formazione; 2) quale coinvolgimento delle chiese nel progetto; 3) quale ruolo e reperibilità effettiva della figura fondamentale del coordinatore; 4) come attuare il progetto.

Il documento è articolato in 5 parti nelle quali si individuano le fasi di avvio del progetto a partire dai bisogni a cui si deve rispondere formando un Gruppo di animazione che si occupi delle attività giovanili, dei weekend con i catecumeni, degli incontri con le scuole domenicali, delle colonie, ma anche creando un dialogo con le chiese e i concistori al fine di promuovere e coordinare attività giovanili in sinergia.

Inoltre, il progetto indica degli obiettivi: creare e consolidare spazi d’incontro che favoriscano la crescita nella fede, la riflessione e la ricerca sui temi di fede, di appartenenza, di radici storico-religiose, di cittadinanza attiva, ma anche di impegno nella chiesa evitando l’isolamento del “comparto” giovanile, e facendo in modo che la spiritualità, il culto, il servizio e la testimonianza, elementi costitutivi dell’esperienza comunitaria, siano incorporati anche nelle attività giovanili. 

Per la formazione di una équipe di animazione giovanile (EAG) il progetto fa riferimento a figure professionali: un coordinatore (a tempo pieno), un consulente teologico, formatori professionali che lavoreranno in sinergia per formare i giovani membri di chiesa con entusiasmo e fantasia per inventare nuove modalità di approccio con il mondo giovanile. 

Infine, per raggiungere i risultati attesi, sarà necessario dotarsi di strumenti che assicurino l’integrazione dell’équipe nel tessuto della chiesa attraverso incontri con i concistori, riunioni pastorali e diaconali, giornate di riflessione, ma anche il monitoraggio dell’attività stessa dell’équipe al fine di poter valutare punti di forza e di debolezza. 

Con l’atto 21, la Conferenza ha dato incarico alla CED di procedere con l’attuazione del progetto in tempi brevi.