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«Matrimonio per tutti»

Venerdì 30 giugno il Parlamento tedesco ha approvato, dopo un intenso dibattito, con 393 voti favorevoli, 226 contrari e 4 astenuti, il progetto di legge sul matrimonio fra persone dello stesso sesso.

Sebbene nel paese esistessero dal 2001 unioni civili che garantivano alle coppie gay una parte dei diritti delle coppie sposate (potevano adottare il figlio del partner, ma non un bambino esterno alla coppia), da diversi anni il partito socialista portava avanti una battaglia per il pieno riconoscimento. Battaglia che sembrava accantonata, finché lunedì sera la cancelliera Angela Merkel annunciava, pur dichiarandosi contraria, che avrebbe lasciato libertà di coscienza ai deputati del suo partito, se in Parlamento fosse stata messa in votazione una legge sui matrimoni gay. A sorpresa, quattro giorni dopo tutto ciò è diventato realtà.

Una votazione, a tre mesi dalle elezioni legislative e inserita all’ultimo momento nell’agenda del Bundestag che ha sorpreso e un po’ scombussolato le chiese.

Scettiche le reazioni dei vescovi cattolici, i primi a reagire, verso una decisione che mina le fondamenta della concezione stessa del matrimonio, oltre avere tutto l’aspetto di una mossa politica. Per voce del presidente della Conferenza episcopale tedesca, Reinhard Marx, rammaricandosi che «una decisione sociale e politica così importante venga posta in modo così precipitoso», ha ribadito in un comunicato che il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna, un’unione che «in linea di principio ha l’intenzione di donare la vita». Dal momento che la politica e il diritto civile sembrano voler abbandonare l’ideale della famiglia così intesa, fondamento della società oltre che della chiesa, quest’ultima se ne deve fare carico continuando a proteggere e incoraggiare tale valore.

Anche dalle chiese di orientamento evangelicale riunite nella Deutsche Evangelische Allianz (Dea) giunge l’allarme per ciò che la decisione del parlamento potrebbe portare, aprendo la discussione ad «altri problemi quali il riconoscimento della poligamia e dell’incesto».

Di diverso avviso il consiglio della Chiesa evangelica tedesca (Ekd), secondo cui il matrimonio «costituisce il quadro giuridico di una vita comune fra due persone, fondato su una fedeltà per tutta la vita». La decisione del Parlamento, quindi, accolta con favore dall’Ekd in un comunicato stampa, non sminuisce l’importanza e il valore del matrimonio, al contrario lo potenzia. Per l’Ekd «sono essenziali la fiducia, l’affidabilità e l’assunzione di responsabilità nella progettazione delle relazioni umane».

All’interno delle venti chiese regionali (luterane, riformate e unite) che ne fanno parte, ovviamente le opinioni sono diverse, «ma continueranno ad avere il loro posto all’interno della discussione», ha dichiarato il Consiglio dell’Ekd, in particolare sull’aspetto giuridico, un’altra questione su cui anche sul versante cattolico si è puntato il dito, sollevando la questione dell’incostituzionalità.

In molte chiese che fanno parte dell’Ekd è già presente una forma di benedizione delle coppie omosessuali, che talvolta assume una forma quasi equivalente al matrimonio, altre invece la rifiutano, ponendo l’accento su una diversa terminologia (unioni civili e non matrimonio), e anche tra i singoli pastori le posizioni sono diversificate.

L’importante, ha commentato Heinrich Bedford-Strohm, presidente del Consiglio dell’Ekd su Facebook, è evitare toni di trionfo da un lato e di amarezza dall’altro, e che si lavori piuttosto per «una nuova coscienza della meravigliosa offerta del matrimonio, da vivere nella fedeltà e nel vincolo reciproco».

Immagine: By Davidlud – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2155763